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Una flotta europea per difendere il passaggio delle navi mercantili

Una flotta europea per difendere il passaggio delle navi mercantili

Pressioni di Italia e Francia Lunedì vertice dei ministri degli Esteri Ue con Egitto, Giordania, Israele e Palestina

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 17 gennaio 2024

Una flotta europea per scortare le navi mercantili nel mar Rosso e aperta anche a Paesi non Ue «le cui rotte commerciali siano messe in pericolo dagli attacchi terroristici Houthi». Ne ha parlato due giorni fa il ministro della Difesa Guido Crosetto con il collega francese Sébastien Lecornu, entrambi intenzionati a fare pressione su Bruxelles perché si arrivi quanto prima alla creazione di una task force in grado di difendere il trasporto marittimo dalle minacce dei miliziani filo iraniani. Una proposta che avrebbe riscontrato «un ampio consenso» tra gli Stati membri ma che intanto ha già ricevuto il via libera della Germania, come ha confermato ieri al ministro degli Esteri Antonio Tajani l’omologa tedesca Baerbock in un colloquio telefonico.

Lunedì prossimo nel programmato vertice dei ministri degli Esteri dei 27 – al quale sarebbero stati invitati anche il segretario generale della Lega araba e i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Giordania, Egitto e Israele e un rappresentante dell’autorità palestinese – si comincerà a gettare le basi della nuova operazione, a partire dal comando, che poi verranno discusse nel summit dei responsabili della Difesa previsto per la fine del mese. Salvo intoppi, al più tardi entro febbraio la missione potrebbe quindi vedere la luce con la partecipazione, in futuro, anche di altri Paesi. Si pensa ad esempio al Qatar, le cui navi che trasportano gas liquido non passano più per il canale di Suez, o all’India, un cui cargo è stato colpito da missile lanciato degli Houthi.

In realtà da giorni si discute di un possibile intervento europeo senza però approdare mai a una soluzione. Inizialmente si era infatti pensato a un’estensione della missione anti pirateria Atalanta, ipotesi in seguito rientrata per l’opposizione della Spagna. Quasi certo che tra i mezzi impiegati ci saranno anche quelli utilizzati dalla missione Agenor, anch’essa anti pirateria, di cui fanno parte nove Paesi Ue, attualmente di stanza nel golfo Persico.

Per quanto riguarda le regole di ingaggio, i compiti degli equipaggi saranno esclusivamente difensivi: risponderanno al fuoco solo ed esclusivamente se attaccati. Nulla a che vedere, per essere chiari, con gli attacchi che Gran Bretagna e Stati uniti conducono contro postazioni degli Houthi. Per l’Italia in particolare si tratta di un limite imposto dalla Costituzione (è inoltre previsto anche un passaggio parlamentare), ma la scelta di un’impostazione esclusivamente difensiva è condivisa anche dagli altri Stati membri.

Ancora tutta da decidere, invece, la composizione della flotta e tutto dipenderà da quanti mezzi ogni Stato sarà pronto a impegnare. L’Italia ha già due navi nel Mar Rosso, le fregate Fasan e Martinengo armate con sistema antimissile anti navi e sistema antiaereo con cannoncini da 76 millimetri. La prima però, in mare ormai da sei mesi, è destinata a fare rientro in patria nei prossimi giorni.

Di quanto accade nel mar Rosso Tajani parlerà nei prossimi giorni con la ministra degli Esteri francese Stephane Sejourné e i colleghi di Egitto e Giordania, Shoukry e Safadi, due dei Paesi della regione più direttamente colpiti da quanto accade. Per l’economia italiana il mar Rosso è un’area strategica visto che attraverso il canale di Suez transita il 40% del nostro interscambio commerciale marittimo per un valore complessivo di 140 miliardi di euro.

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