Contro gli Houthi gli Usa scatenano i bombardieri B2-Stealth
Medio Oriente Yemen, raid sui depositi di armi nascosti nel sottosuolo. Un messaggio per Teheran
Medio Oriente Yemen, raid sui depositi di armi nascosti nel sottosuolo. Un messaggio per Teheran
«Le forze del Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) hanno condotto molteplici attacchi aerei di precisione su numerosi depositi di armi degli Houthi – sostenuti dall’Iran – nelle aree dello Yemen sotto il loro controllo», annuncia il CENTCOM in una sua dichiarazione. È la prima volta che i B-2 Stealth, velivoli dal valore di oltre un miliardo di dollari ciascuno, sono stati impiegati contro gli Houthi.
LLOYD AUSTIN, segretario della Difesa americana, ha affermato che le forze statunitensi hanno utilizzato il bombardiere B-2 Stealth per dimostrare che gli Stati Uniti sono in grado di colpire strutture che «i nostri avversari cercano di tenere fuori dalla portata, non importa quanto siano profondamente interrate, rinforzate o fortificate». L’affermazione sembra essere indirizzata alla Repubblica Islamica, che detiene i suoi più importanti impianti nucleari celati profondamente sotto terra.
Dopo l’inizio dei bombardamenti israeliani su Gaza, in solidarietà con i palestinesi, gli Houthi hanno iniziato a prendere di mira le imbarcazioni nella regione del Mar Rosso, una delle più importanti arterie del trasporto marittimo mondiale, affermando che continueranno fino a quando non cesserà l’attacco israeliano. Secondo alcune fonti, da allora hanno attaccato le forze statunitensi nella regione almeno 180 volte.
Gli Houthi non sono un’invenzione della Repubblica Islamica, nonostante la stampa internazionale voglia farlo intendere. Dopo la Primavera Araba, sostenuti dalla popolazione impoverita e fortemente emarginata, gli Houthi hanno conquistato il controllo della capitale e della città più grande dello Yemen, Sana’a. All’epoca non avevano ricevuto un sostegno significativo dall’Iran. Denunciavano la distruzione dei propri valori culturali da parte di una combinazione di élite cosmopolite e revivalisti religiosi di ispirazione saudita, entrambi influenzati da potenze straniere.
DAL MARZO 2015, una coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha avviato una campagna di attacchi aerei e isolamento economico contro gli insorti Houthi, supportata dagli Stati Uniti. L’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno effettuato oltre venticinquemila attacchi aerei. Nel 2022 è stata raggiunta una tregua mediata dalle Nazioni Unite.
Un portavoce degli Houthi ha reagisto così al raid: «Gli Stati Uniti pagheranno il prezzo per la loro aggressione, questi attacchi non porteranno lo Yemen a modificare la sua posizione a sostegno di Gaza».
Il leader degli Houthi, Abdul Malik al Houthi, in un lungo discorso di ieri, ha affermato: «Il nemico americano e britannico continua i bombardamenti contro il nostro paese, ma il nostro sostegno per la Palestina occupata continua con missili e droni». E ha aggiunto che «nell’ultima settimana sono stati condotti attacchi con 25 missili balistici e un drone».
Per alcuni osservatori mediorientali non ci sono dubbi: statunitensi e israeliani stanno lavorando per indebolire gli alleati di Teheran in preparazione di un massiccio attacco contro l’Iran. «Lo schieramento dei B-2 Stealth, la consegna del sistema difensivo THAAD agli israeliani, sommati ai continui bombardamenti in Libano e Siria, sono preparativi per un attacco in grande stile contro il nostro Paese dopo le elezioni americane», dice al manifesto un analista iraniano, richiedendo l’anonimato.
«SEMBRA ESSERCI UN ACCORDO – aggiunge – raggiunto tra Biden e Netanyahu. E malgrado il nostro regime non possa più contare sui suoi alleati, per i quali ha speso miliardi di dollari del patrimonio nazionale, l’ideologia sciita intrisa di un ethos di vittimismo sacrificio e martirio, lo costringerà a rispondere. Sarà l’inizio di una guerra devastante. Siamo intrappolati da bulli che hanno dimostrato come le vite delle persone innocenti non contino nulla».
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