Un senatore cileno a Roma per difendere la salute di Coronel
Cile/Italia Intervista a Alejandro Navarro, alfiere della lotta contro i veleni emessi dalla centrale termoelettrica di Bocamina, che sorge in pieno centro abitato ed è di proprietà di una filiale cilena dell'Enel
Cile/Italia Intervista a Alejandro Navarro, alfiere della lotta contro i veleni emessi dalla centrale termoelettrica di Bocamina, che sorge in pieno centro abitato ed è di proprietà di una filiale cilena dell'Enel
A Coronel, nella regione cilena del Biobío, c’è una centrale termoelettrica proprio in mezzo al centro abitato, addirittura accanto a una scuola, e dalla sua ciminiera esce una polvere nera che ricopre tutto. La centrale Bocamina è di proprietà di Enel Generación Chile (ex Endesa), una filiale di Enel Chile che a sua volta è una sussidiaria del gruppo Enel, la grande azienda di energia elettrica italiana.
È DA SETTE ANNI che la popolazione di Coronel è in guerra contro la termoelettrica, responsabile di una contaminazione che non ha solo compromesso l’attività dei pescatori artigianali e delle raccoglitrici di alghe, ma che rappresenta anche una minaccia alla salute dei 120mila abitanti.
A raccontare la storia di questa lotta è il senatore Alejandro Navarro, candidato del partito progressista País alle ultime elezioni presidenziali e, in particolare, instancabile difensore degli ecosistemi e delle popolazioni colpite dalle imprese estrattiviste, dalle centrali termoelettriche, dalle discariche, soprattutto a fronte della «debolissima legislazione ambientale cilena». È lui ad aver accompagnato, fin dai primi passi, la mobilitazione di Coronel e continuerà a farlo, dice, finché la città non verrà decontaminata e restituita al suo stato originario.
Lo abbiamo raggiunto durante la sua visita a Roma, dove il senatore, in compagnia di Juana Hernández, presidente del Centro di Genitori della scuola Rosa Medel, quella a cento metri dalla centrale – «si trova praticamente nel suo cortile», ci ha spiegato Juana – è venuto a denunciare la situazione di Coronel davanti al governo e alle Commissioni Salute e Ambiente della Camera e, soprattutto, a tentare di parlare con il Ceo di Enel, Francesco Starace. Perché, dopo aver incontrato il 15 marzo il presidente del Consiglio di Amministrazione di Enel Chile Herman Chadwick Piñera e non aver ottenuto da lui alcuna risposta, ha pensato di rivolgersi «direttamente all’amministratore delegato a Roma».
Alla fine Navarro ha potuto incontrare, oltre a Paolo Pallotti e Pedro Urzúa, rispettivamente amministratore delegato e direttore delle relazioni istituzionali di Enel Chile, anche Maurizio Bezzeccheri, responsabile del gruppo Enel per l’America latina, il quale si è impegnato a recarsi a Coronel entro la fine di aprile. Il clima, tuttavia, non è precisamente di fiducia, dal momento che finora «l’impresa si è decisa a intervenire per migliorare la qualità dell’ambiente solo quando è stata obbligata a farlo dai tribunali di Giustizia e dai tribunali ambientali: per pressione della cittadinanza, mai per volontà propria».
ERA IL 29 GIUGNO DEL 2012 quando Navarro, in rappresentanza dei pescatori artigianali della regione, aveva presentato la prima denuncia penale contro la termoelettrica per danno ambientale. Che l’impresa avesse violato ripetutamente la normativa esistente provocando un forte impatto sull’ecosistema – a cominciare da un sistema di filtraggio tale da risucchiare gli organismi marini – lo avrebbe poi stabilito anche la Sovrintendenza dell’ambiente, condannando la centrale a una multa di 7,6 milioni di dollari.
È solo dopo 6 anni di indagini, però, che la Procura ha confermato «che le ceneri inquinanti trovate a Coronel, con le loro alte concentrazioni di metalli come vanadio, mercurio, piombo o zinco, erano state rilasciate da Bocamina». Anche se già prima «il Ministero della Salute e la Polizia Investigativa del Cile avevano dimostrato la presenza di questi metalli nell’ambiente e riscontrato livelli pericolosi di mercurio, piombo, arsenico e altri metalli pesanti nel sangue dei bambini di Coronel».
UNA SITUAZIONE, evidenzia Navarro, che può comportare «alterazioni della pelle, disturbi circolatori, irritazione delle mucose, aumento del rischio di cancro alla vescica, ai polmoni e alla pelle, insufficienza renale cronica, effetti neurologici e deficit cognitivi. La popolazione è esposta a questi inquinanti tossici tramite inalazione, consumo di acqua e assunzione di pesce e crostacei».
A complicare la situazione c’è stato anche l’accordo «incostituzionale» raggiunto dall’impresa con appena duemila abitanti di Coronel, che «ha comportato solo una compensazione economica, senza alcuna preoccupazione per la salute delle persone, per la contaminazione ambientale e per la perdita dell’attività lavorativa». Si tratta, ha evidenziato il senatore, di «un accordo miserabile in base al quale le persone hanno ricevuto del denaro in cambio della rinuncia a qualunque azione legale contro l’impresa finché questa non terminerà la sua attività nel 2052». Una scadenza che peraltro contraddice gli impegni assunti dal Cile, in termine di tagli alle emissioni, già all’epoca della Cop 21, la Conferenza mondiale sul clima dell’Onu, tanto più alla luce del dibattito sull’ambiente in corso nel paese, dove il prossimo novembre si svolgerà la Cop 25.
LA POPOLAZIONE DI CORONEL, in ogni caso, non si arrende, esigendo di essere finalmente ascoltata: «Quello che chiediamo è che il Gruppo Enel prenda atto della situazione critica provocata dalla centrale e dia inizio a un dialogo che coinvolga tanto lo stato cileno quanto i pescatori, le raccoglitrici di alghe, le madri dei bambini vittime della contaminazione, affinché si arrivi all’approvazione di un piano di regolamentazione ambientale per la città».
Enel ci scrive (aggiornamento del 17 aprile 2019)
In riferimento all’articolo pubblicato questa mattina dalla Vostra testata, Enel Chile intende fornire alcune precisazioni in merito alle dichiarazioni del Senatore Navarro.
Negli ultimi 5 anni, Enel Generación Chile ha investito oltre 200 milioni di dollari con lo scopo di ridurre l’impatto ambientale della centrale cilena di Bocamina, dotandola delle migliori tecnologie disponibili, di un sistema di monitoraggio dei fumi in tempo reale e di un carbonile completamente coperto. Questi interventi consentono all’impianto di operare in accordo ai migliori standard internazionali, anche più restrittivi rispetto alle norme e alle autorizzazioni locali.
L’impianto è dotato anche di un’area di stoccaggio per rifiuti non pericolosi, nella quale è depositata la cenere prodotta dall’impianto: tale deposito è completamente impermeabilizzato con lo scopo di impedire qualsiasi infiltrazione verso il sottosuolo.
Diversi studi hanno dimostrato che la concentrazione di metalli pesanti nell’area di Coronel è legata alla natura geologica del sito che, fin dalla fine del 1800, è stato un sito di estrazione di carbone. Tuttavia, la Segreteria Ministeriale Regionale della Sanità (SEREMI SALUD), attraverso uno studio condotto nel 2015, non ha rilevato evidenze di concentrazione di metalli pesanti nella popolazione.
Da evidenziare, inoltre, che la zona di Coronel è caratterizzata dalla presenza di varie industrie e Enel Generación Chile incide in forma irrilevante nell’impatto ambientale totale dell’area.
Per quanto concerne il tema dei pescatori, pur menzionato nell’articolo, e dei relativi timori espressi circa possibili ripercussioni sulla loro attività lavorativa, nel 2013 e 2014 sono stati sottoscritti da Endesa Chile (oggi Enel Generación Chile), due accordi con i Sindacati dei pescatori per un valore totale di circa 34 milioni di dollari in 6 anni e i cui beneficiari sono stati circa 3.000 pescatori.
Al processo di accordo parteciparono il Municipio di Coronel, la Segreteria Governativa Regionale e altri rappresentanti istituzionali e comunali.
All’epoca il Senatore Navarro fu uno dei principali sostenitori delle proteste dei pescatori e del successivo accordo, indicando esplicitamente un gruppo di avvocati a difesa degli interessi dei pescatori. Successivamente emerse una controversia giudiziaria opposta da tali legali contro una parte dei pescatori per il recupero di una somma quale onorario non corrisposto e tale controversia ha generato proteste e manifestazioni contro lo stesso Senatore Navarro, il quale ha tentato di coinvolgere Enel Generación Chile come presunto responsabile sia dei disagi dei pescatori sia nel pagamento del credito vantato dagli avvocati da lui stesso indicati.
Nei mesi scorsi Enel Chile ha offerto più volte al Senatore Navarro un incontro, da tenersi a Santiago, per discutere dei temi relativi all’impianto di Bocamina e al comune di Coronel, offerte che non hanno mai ricevuto risposta. Il management di Enel Chile ha viaggiato da Santiago a Roma per avere un primo confronto con il Senatore.
In accordo con la propria politica di creazione di valore condiviso, Enel Generación Chile precisa che, ad oggi, ha investito nella regione cilena del Biobio, dove insiste la centrale di Bocamina, oltre 300 milioni di dollari in iniziative dedicate alla crescita economica e sociale delle comunità locali.
Enel Generación Chile è parte del Consiglio di Recupero Ambientale e Sociale (CRAS) di Coronel dove partecipa insieme alle altre aziende, alla società civile e ai Ministeri della Salute e dell’Ambiente, all’elaborazione dei piani necessari per lo sviluppo sociale e ambientale della città, in maniera consensuale con la popolazione.
UFFICIO STAMPA ENEL
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