Dopo la scandalo relativo a casi di pedofilia che ha portato alle dimissioni della ex presidente Katalin Novák, eccone subito un altro che secondo alcuni potrebbe essere il segno che qualcosa scricchiola nel sistema di potere di Viktor Orbán.

Questo nuovo caso ha a che vedere con una registrazione di circa due minuti che è stata consegnata alla procura di Budapest e che accuserebbe di corruzione alti funzionari del partito governativo Fidesz. Il documento audio appartiene a Péter Magyar, ex funzionario del soggetto politico in oggetto, un tempo marito dell’ex ministra della Giustizia Judit Varga che di recente ha deciso di lasciare la vita politica in quanto coinvolta nello scandalo che aveva portato alle dimissioni della Novák.

La voce registrata sarebbe proprio la sua e da essa si apprenderebbe che il capo di gabinetto Antal Rogán avrebbe occultato documenti importanti relativi a un caso di corruzione che vedrebbe coinvolti Pál Völner, ex segretario di Stato al ministero della Giustizia all’epoca in cui la Varga era ministra, e György Schadl, presidente della Facoltà esecutiva della Corte ungherese. Così facendo, Rogán avrebbe protetto due alleati e impedito che la giustizia facesse il suo corso.

Stando alla ricostruzione della vicenda da parte del giornale Telex, la registrazione risalirebbe al mese di gennaio del 2023. Allora Magyar e Varga non erano ancora separati; quest’ultima, che era nota come fedelissima di Orbán, più o meno come l’ex presidente, avrebbe definito “mafioso” il governo ungherese. Tutto questo sempre parlando col marito. “Un governo mafioso da cui è impossibile uscire”; così avrebbe detto. Magyar le avrebbe quindi suggerito di tenersi alla larga dal premier, cosa che, di fatto, non è accaduta. Difatti Varga si è dimessa nel giugno del 2023 da ministro della Giustizia per guidare la campagna elettorale del Fidesz in funzione delle elezioni europee, incarico che, come già precisato, ha dovuto abbandonare nel febbraio di quest’anno.

Magyar racconta di aver preso la decisione di registrare le conversazioni avute con quella che era allora sua moglie per proteggere la sua famiglia e anche l’incolumità dell’intero paese. Da lì l’attacco al sistema di potere concepito e guidato da Orbán che è evidentemente indicato dall’accusatore come il vero pericolo per lo Stato danubiano; lui che da tempo indica nemici capaci di minacciare seriamente l’Ungheria. Si tratta di una nuova rogna per il governo arancione che da anni è accusato di corruzione dai suoi oppositori. Secondo Katalin Cseh, eurodeputata ungherese del partito Momentum, la vicenda dimostra che “il sistema giudiziario ungherese è sottoposto a influenza politica, che figure chiave hanno manipolato le indagini e che Varga era al corrente di tutto”.

Quest’ultima non ha gradito il fatto che la registrazione sia stata diffusa; si è detta sconcertata e ha accusato l’ex marito di violenza domestica. Ha aggiunto che quanto da lei detto nell’audio le è stato estorto da Magyar con intimidazioni.

Il primo ministro minimizza sostenendo di non aver tempo da perdere con le soap opera, mentre il portavoce del governo, Zoltán Kovács accusa Magyar di molestare l’ex moglie.

C’è però chi pensa che proprio l’ex di Varga e del Fidesz possa diventare un oppositore influente; già sarebbe significativo il fatto che di recente sia riuscito a mobilitare migliaia di persone in una dimostrazione antigovernativa, e che potrebbe riuscire laddove l’opposizione non ha potuto far niente in questi ultimi quattordici anni che hanno visto Orbán ininterrottamente al governo. Così, ci sono quelli che dicono di cominciare a vedere finalmente delle crepe nella fortezza del Fidesz. È ancora presto per dirlo e Viktor è l’animale politico che conosciamo, sempre pronto a tirar fuori qualcosa dal suo cilindro. L’episodio, però, merita di essere seguito per verificare i suoi eventuali sviluppi.