Un mare di naufragi, Louise Michel: salvati in 28 alla deriva da dieci giorni
Mediterraneo Alarm phone: 24 respinti in Libia, inclusi 9 minori, ora reclusi a Misurata. Nell’hotspot di Lampedusa 1.829 persone, quasi tutti approdati dalla Tunisia
Mediterraneo Alarm phone: 24 respinti in Libia, inclusi 9 minori, ora reclusi a Misurata. Nell’hotspot di Lampedusa 1.829 persone, quasi tutti approdati dalla Tunisia
Un barchino con 24 persone in zona Sar maltese sarebbe stato respinto in Libia, la denuncia è di Alarm Phone: «La barca si era persa durante una tempesta, l’ha individuata la nave mercantile Pge Tornado che li ha salvati. Malta, Italia e Grecia si sono rifiutate di assegnare un porto sicuro, alla nave mercantile è stato detto di riportarli in Libia. Il gruppo è ora a Misurata, recluso separatamente in due centri. Alcuni sono malati e temono la deportazione in Siria ed Egitto. Tra loro ci sono 9 bambini». Respingimenti illegali, annegamenti, naufragi, porti di sbarco a miglia di distanza, nel Mediterraneo regna il caos mentre i migranti muoiono.
Dalla mezzanotte a ieri mattina a Lampedusa ci sono stati 32 approdi, nell’hotspot 1.829 persone, oltre quattro volte la capienza, provenienti soprattutto da Costa d’Avorio, Burkina Faso, Gambia, Camerun, Niger. In 16 sono stati rintracciati davanti la caserma dei carabinieri: hanno raccontato di essere stati trasbordati sulla costa da un peschereccio libico che ha poi ripreso il largo. Ma la maggior parte ha fatto un viaggio differente: sostengono, infatti, di essere salpati da Kerkenna, Sfax, Gabes e Tebulba in Tunisia. La Croce rossa, che gestisce dal primo giugno l’hotspot dell’isola, ha spiegato: «Abbiamo accolto circa 34mila persone ». La strutturale di contrada Imbriacola viene periodicamente svuotata portando i migranti in continente, ieri previsti 600 trasferimenti.
E poi ci sono le ong. In viaggio verso Trapani la Louise Michel con 28 migranti, salvati mercoledì nel Canale di Sicilia: i volontari, arrivati sul posto, ne hanno tratti in salvo 8 caduti in mare. Erano alla deriva da 10 giorni. L’Ocean Viking ieri riportava: «Dopo aver assistito mercoledì all’intercettazione di un’imbarcazione con circa 20 persone a bordo da parte della Guardia Costiera libica, abbiamo salvato 55 persone, tra cui 5 donne e 12 minori non accompagnati, da una barca sovraffollata avvistata con il binocolo in zona Sar libica». Ieri pomeriggio Open arms ha individuato vicino Lampedusa un barchino a rischio di affondare con 57 persone a bordo, 4 i bambini.
La tedesca MareGo ha soccorso mercoledì 41 migranti in difficoltà, affidati alla Guardia costiera italiana. Nella notte l’equipaggio ha avvistato un piccolo gommone con 6 persone e il motore in avaria e poi un barchino in ferro con 36 naufraghi: «Aspettiamo da ore la Guardia costiera italiana ma sembra che nessun assetto sia disponibile. Perché l’Italia, che non ha mezzi sufficienti per i soccorsi, li dona alla cosiddetta Guardia costiera libica per orchestrare i respingimenti?». Medici senza frontiere ieri raccontava: «Il 7 agosto abbiamo soccorso 49 persone, erano bloccate in mare da 6 giorni. Quando li abbiamo raggiunti, il gruppo ci ha riferito che in tre erano caduti in mare. Dopo lunghe ore di ricerca, due sono state ritrovate, purtroppo una è dispersa. Ora ci stiamo dirigendo a La Spezia per lo sbarco. È la quarta volta quest’anno che ci viene assegnato questo porto così lontano». Secondo Sea Watch nei primi 7 mesi del 2023 il numero di morti e dispersi nel Mediterraneo è salito a 2.063.
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