Internazionale

Un giallo per tutti ma non per Mosca: «Prigozhin è morto»

Un giallo per tutti ma non per Mosca: «Prigozhin è morto»

Russia Abbattuto dal Cremlino, dall’Ucraina, solo per finta? Ma Putin ricorda «l’uomo di talento» e i Wagner posano fiori alla memoria

Pubblicato circa un anno faEdizione del 25 agosto 2023

Per Mosca, Evgenij Prigozhin è ufficialmente morto. Al tempo stesso, con le lamiere del suo aereo ancora fumanti e in assenza di dati certi, non si arrestano le polemiche e la sarabanda di interpretazioni su quanto accaduto. Tre sono le principali interpretazioni: una ritorsione politica da parte dell’establishment, una sofisticata azione ucraino-occidentale o una mirabolante messinscena atta a rimuovere dalla politica russa un personaggio divenuto troppo scomodo.

LA PRIMA VERSIONE domina fra gli avversari di Putin (in particolare da Alexei Navalny). Il padrone del Cremlino aveva promesso una punizione esemplare del gregario che aveva osato mettere in forse il suo potere e a due mesi dall’insubordinazione ecco arrivare l’eliminazione. In tal senso si menzionano anche il ministro della difesa Shoigu e gli alti quadri dello Stato maggiore, più volte minacciatati direttamente da Prigozhin per la loro condotta imbelle della guerra. La stampa angloamericana ha ieri corroborato tale ipotesi parlando di un missile terra-aria.

Questa ipotesi zoppica nello spiegare l’interesse ad eliminare il comandante della Wagner dopo il suo apparente rientro nei ranghi e nel giorno del vertice dei Brics. Nei fatti, almeno nel breve periodo, gli effetti negativi per un assassinio di regime supererebbero di gran lunga i vantaggi. L’incidente rappresenta un duro colpo per Putin e la sua immagine politica, anche a livello internazionale, dato il ruolo che Prigozhin ha ricoperto nella proiezione geopolitica di Mosca in Africa, così che sarebbe stato un po’ come spararsi su un piede.

Putin ieri ha commentato l’accaduto esprimendo sincere condoglianze ai parenti dei deceduti e pronunciando parole di apprezzamento per la Wagner e il suo capo: Prigozhin è stato «un uomo di talento, che ha ottenuto importanti risultati in patria e all’estero». Putin ha ribadito l’importanza dei risultati del comitato investigativo che sta indagando sull’incidente. Ovviamente, permane l’ipotesi di una catastrofe tecnica, inverosimile ma possibile in un paese dalle mille sorprese quale la Russia.

LA PISTA UCRAINA è suggerita dalla data dell’incidente, alla vigilia della festa nazionale dell’Indipendenza. Il regime di Kiev aveva ovviamente ogni motivo per cercare vendetta per l’ecatombe dei suoi soldati causata dalla Wagner a Bakhmut. Se così fosse, difficilmente le forze ucraine avrebbero potuto realizzare un simile colpo da sole. Come minimo, sarebbero stati necessari complici all’interno della Russia, qualcuno con accesso all’aeroporto. I servizi occidentali, in primo luogo l’MI6 britannico e la Dgse francese, sarebbero sicuramente stati più che motivati a contribuire all’eliminazione della dirigenza Wagner. In ogni caso, uno Zelensky visibilmente soddisfatto ha tenuto ieri a precisare che il suo paese non ha nulla a che fare con la morte di Prigozhin, le cui cause sono «evidenti a tutti».

Infine, dato il personaggio di cui si tratta, molti continuano a non escludere un’uscita di scena solo formale, tramite una morte simulata che permetterebbe a Prigozhin, l’uomo dei travestimenti, di rifarsi una identità meno esposta lontano dalla Russia e dai suoi intrighi. A tal fine si nota che il secondo aereo dell’oligarca rientrato a Mosca dopo l’incidente e su cui si era ipotizzato fosse in realtà imbarcato Prigozhin, ieri si è diretto in Azerbaigian, senza che si sapesse chi fosse a bordo.

AL DI LÀ DELLA SORTE di Prigozhin, il problema di Mosca è cosa fare con i “musicisti” della Wagner e con i loro molti sostenitori, in particolare i voenkori, i corrispondenti militari al fronte che Prigozhin aveva meticolosamente coltivato e che riescono a raggiungere una parte significativa dell’opinione pubblica russa. Le reazioni di massa all’incidente osservate attraverso il paese (in particolare la sede della Wagner a Pietroburgo, coperta di fiori e bandiere nazionali da parte dei cittadini a partire dalla notte) dimostrano la radicata popolarità di Prigozhin in vasti settori della popolazione.

In alcune città, in primo luogo a Rostov, principale teatro dell’ammutinamento di giugno, le forze dell’ordine sono state messe in stato d’allerta. Decapitata, la Wagner è in evidente stato di shock e incerta sul da farsi. I suoi canali Telegram ieri hanno parlato di un “Consiglio dei comandanti” che dovrebbe riunirsi per emanare direttive. Con la morte del comandante operativo Utkin, la guida formale sarebbe passata al comandante Anton Elizarov, che ha promesso di «seguire le istruzioni postume di Prigozhin e condurre la Russia alla vittoria, qualunque cosa accada». Fonti Wagner hanno anche parlato della morte di Prigozhin «a causa delle azioni dei traditori della Russia». Significativamente, i canali ufficiali hanno emesso appelli ai militanti a «non fare nulla di stupido» e mantenere il controllo.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento