Matteo Biffoni, lei è il sindaco di Prato ma anche il responsabile Immigrazione dell’Anci: quali conseguenze teme possano derivare per i territori dalla cancellazione della protezione speciale?
Lo abbiamo già visto con i decreti Salvini, cancellarla non porterà a nessuna soluzione rispetto ai percorsi di arrivo in Italia delle persone e metterà semplicemente in difficoltà il sistema, perché ci ritroveremo tante più persone per la strada difficilmente collocabili. Pensare che la protezione speciale sia un motivo per venire in Italia è solo fumo negli occhi. Gli effetti non ci saranno subito ma è solo questione di mesi o se andiamo avanti con questi ritmi di settimane.

Quanti sono i sindaci che si oppongono al decreto Cutro?
Se tutti potessero esprimere il loro pensiero liberamente probabilmente il 100% perché il problema ce l’abbiamo noi. Quando i migrati saranno per strada dove pensa che andranno i cittadini? Dai sindaci. Perché il governo non ci ha ascoltato, perché non siamo stati coinvolti in questo tipo di scelte? Gli avremmo detto che così si creano problemi enormi. Quando fai il sindaco i problemi sono gli stessi per tutti.

La convince lo stato di emergenza?
Questo governo ha fatto delle promesse agli italiani durante la campagna elettorale sapendo di non poterle mantenere. Era il governo che doveva liberare l’Italia dai migranti e siamo allo stato di emergenza. Già questo fa ridere. Ma lo stato di emergenza significa che possono requisire gli spazi e riempirli di persone: capannoni e magari delle tendopoli. Quindi come fa a convincere un sindaco? Li ho io poi i migranti nei territori.

Teme anche lei, come il sindaco i Bologna Matteo Lepore, di vedere di nuovo strutture con grandi concentrazioni di migranti?
E’ così. Le faccio un nome: Bagnoli di Sopra, in Veneto. Cerchi su internet il Cas di quel paese e capirà cosa potrebbe accadere. Se non sbaglio era il 2016: paesino di 3.000 abitanti con un Centro di accoglienza straordinario situato in vecchia caserma con dentro centinaia di persone.
Però il ministro Piantedosi dice che si tratta solo di una questione tecnica per gestire gli sbarchi.
Speriamo, io continuo a non capire perché gli arrivi non si possono gestire in collaborazione con i sindaci. C’è un problema di burocrazia? Togliamo la burocrazia, è tanti anni che si dice.

Avete avuto modo di spiegare al governo i vostri dubbi?

Io l’incontro l’ho chiesto ma a meno che non abbiamo convocato il mio presidente nazionale non ho ricevuto risposta.

Un’ultima domanda: sui Cpr lei ha una posizione un po’ diversa dagli altri sindaci del centrosinistra.
Il centrodestra vuole farci discutere dei Cpr ma figurati se in questa situazione il problema adesso sono i rimpatri e i Cpr. Servono solo a distrarre l’attenzione. Detto questo a me non piacciono, sono sempre stato contrario però dico che sono previsti dal testo unico per l’immigrazione e per come li vorremmo noi dovrebbero starci solo le persone con una condanna passata in giudicato. Io dico: non ci piacciono? Bene, troviamo un’alternativa. Ma c’è anche un problema etico: perché il Cpr in Toscana no, ma poi i migranti vengono portati nel Cpr di altre regioni.

Sta polemizzando con il governatore della Toscana Giani che ha detto di non volerlo?
Io polemizzo con tutti, anche con i miei, con la mia segreteria nazionale, con il segretari provinciale e regionale. Perché anche io sono contro i Cpr, neanche a me piacciono, però dobbiamo decidere qual è l’alternativa per governare questo problema.