Budget con sciopero, quello di ieri in Gran Bretagna. Mentre il ministro delle Finanze Jeremy Hunt presentava ai Comuni una legge di bilancio nella solita valigetta… rossa, centinaia di migliaia di lavoratori si astenevano per l’ennesima volta quest’anno dal lavoro nel prosieguo della massima stagione di scioperi della storia nazionale recente.

Insegnanti, docenti universitari, dipendenti pubblici, giovani medici, autisti della metropolitana di Londra e giornalisti della Bbc hanno incrociato le braccia, provocando la chiusura delle scuole, della metropolitana di Londra, di buona parte delle università e di parte delle pubblica amministrazione. Anche il servizio radiotelevisivo nazionale, su una sciagurata ribalta solo pochi giorni fa per l’affaire Lineker, è stato costretto a interrompere i bollettini televisivi regionali, la radiodiffusione a livello locale e l’aggiornamento delle notizie via web. Ieri era anche la terza ultima giornata di sciopero dei giovani medici.

La lotta è quella di – ormai – sempre: per un salario al passo (di galoppo) con l’inflazione e per migliori condizioni di lavoro e pensionistiche e contro i licenziamenti che minacciano soprattutto i lavoratori delle ferrovie. Nonostante il non indifferente disagio provocato dalla pressoché totale paralisi della metro, il pubblico londinese non ha mancato di esprimere solidarietà ai lavoratori, segno che la scommessa del governo su un cambiamento di umore nazionale per lo sfinimento indotto dalle agitazioni è perduta. La “società civile” è, insomma, dalla parte di chi lotta.

Il tutto mentre Hunt sciorinava misure “assistenzialiste” nei confronti dei costi delle giovani famiglie per l’infanzia, riforme che aumentino l’occupazione e agevolazioni fiscali alle imprese che investano. Ha inoltre esteso di altri tre mesi i sussidi governativi alle (stratosferiche, come i profitti delle aziende energetiche) bollette di luce e gas per le famiglie e ha bloccato per un altro anno l’aumento della accise su benzina e diesel. Si tratta di un cambio di passo in linea con le politiche economiche dell’ex premier Johnson e lontane anni luce dal pornoliberismo del duo Truss/Kwarteng.

Subentrato proprio a Kwasi Kwarteng, l’artefice con l’ex premier Liz Truss della manovrina autunnale taglia-tasse ai super-ricchi stroncata “dai mercati”, e poi confermato dall’allora neopremier Sunak, Hunt ha rivendicato la stabilità introdotta dalle sue misure (era entrato in carica abrogando tutto quanto appena presentato dal predecessore) forte anche delle nuove previsioni sulla performance dell’economia: il Pil dovrebbe ridursi dello 0,2% nel 2023 anziché dell’1,4% come previsto a novembre.

Oggi si astengono dal lavoro gli insegnanti inglesi e i lavoratori universitari britannici, nonché i membri del sindacato Rmt. «Andremo avanti finché necessario», ha detto il suo leader, Mick Lynch.