Gran Bretagna, manovra straordinaria con i fondi «Ways and Means»
Londra Stanziati 70 miliardi di sterline e in più un sostegno all’occupazione
Londra Stanziati 70 miliardi di sterline e in più un sostegno all’occupazione
Sono passate tre settimane e del confinamento (lockdown) non si vede ancora la fine. È certo che durerà ancora la prossima e probabilmente oltre, con un premier ancora arrancante in terapia intensiva, benché di buon umore e in grado di stare seduto sul letto, come tengono strenuamente a sottolineare le fonti ufficiali. Nel frattempo, la quinta economia mondiale deve puntellarsi mentre le legnate pandemiche la fanno barcollare.
Il Pil potrebbe striminzirsi a velocità supersonica e inaudita. Era già stagnante nel trimestre conclusosi a febbraio prima che le saracinesche si abbassassero in tutto il Paese. L’improvvisa chiusura universale delle aziende e la messa in mobilità della forza lavoro hanno prosciugato le entrate fiscali, con le quali il Tesoro, fra le altre cose, fa funzionare servizi come ospedali e scuole. La liquidità per irrorare di denaro l’economia – il cancelliere Sunak pagherà gli stipendi del lavoro dipendente, il lavoro freelance e sosterrà gli enti benefici – sarà ricavata dal fondo denominato Ways and Means, modi e mezzi, lo scoperto bancario che la Banca d’Inghilterra mette a disposizione del governo nei casi d’emergenza, quando cioè le fonti consuete di finanziamento della spesa attraverso le tasse e il mercato dei titoli non bastano. Il mese scorso un’asta di titoli non aveva trovato sufficienti acquirenti. Il fondo era stato utilizzato l’ultima volta nella crisi del 2008, quando il governo aveva preso in prestito 19.9 miliardi di sterline.
Se questo non è un caso di emergenza, nessun altro mai lo sarà. La manovra Covid-19 varata da Sunak staccherà circa 70 miliardi di sterline (il 3,2% del Pil) alla quale va aggiunto il costo del sostegno all’occupazione, stimato tra l’1,5 e il 2,4% del Pil. In tutto, lo sforzo veleggia attorno al 15-20% di Pil, un ammontare stratosferico. Il tasso d’interesse del prestito dal fondo Ways ad Means è dello 0,1% lo stesso solitamente praticato dalla Banca. In tempi nomali, il conto ammonta a 400 milioni: una bazzecola, ce ne vorranno “n” volte tanti, si presume decine di miliardi. Solo ieri il governo ha reso noto che dallo scorso sedici marzo le richieste di sussidi avevano raggiunto quota un milione e seicentomila. L’aumento di questo finanziamento potrebbe essere illimitato, a seconda del prolungarsi della pandemia. Questa è una libertà che la Gran Bretagna ha ovviamente, in quanto detentrice di propria valuta. Le leggi europee vietano le banche centrali di stampare denaro per tenere a galla le rispettive economie, come la vicenda dei coronabond evidentemente illustra.
Per rassicurare «i mercati» ci si affretta a sottolineare che si tratta di una misura di emergenza, che il denaro preso in prestito sarà restituito alla fine dell’anno e che l’indipendenza della banca non è a rischio. Il timore è che questa monetizzazione del debito, il cosiddetto «helicopter money», potrebbe portare a un’iperinflazione stile Repubblica di Weimar, mentre il debito pubblico in un Paese che per contenerlo ha distrutto, attraverso l’austerità, la vita di buona parte della propria popolazione, potrebbe raggiungere il 100% del Pil, facendo urlare di dolore gli orfani del pareggio di bilancio.
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