La crisi provocata dal regime bielorusso ammassando migranti al confine con la Polonia, la presa dell’Afghanistan da parte dei talebani e, quest’anno, l’invasione russa dell’Ucrana. Sono i tre eventi internazionali che hanno fatto crescere di un terzo le richieste di asilo nell’Unione europea fino a toccare quota 648 mila, numero che non si registrava da prima della pandemia.

Il dato è contenuto nel rapporto sull’Asilo 2022 illustrato ieri dalla direttrice esecutiva dell’Agenzia dell’Ue per l’asilo (Euaa), Nina Gregori. Nei primi mesi di quest’anno – ha spiegato – «abbiamo registrato il più alto numero di richieste mensili dalla crisi dei rifugiati nel 2015- 2016», una crescita dovuta proprio a «tre principali fattori»: «la strumentalizzazione dei migranti da parte del regime bielorusso, la presa di potere dei talebani in Afghanistan l’estate scorsa e la guerra in Ucraina».

Secondo l’Agenzia per l’Asilo le rotte tradizionali dell’immigrazione che da sempre hanno avuto l’impatto maggiore per l’Europa varranno sempre meno. Nessuno dei tre fattori citati, ha proseguito infatti Gregori, «ha portato direttamente ad un aumento delle richieste negli Stati membri del Sud, mentre ha avuto un impatto sull’Est». Il riconoscimento di questa realtà, in particolare a livello politico, sarà significativo per il futuro del sistema europeo di asilo», ha aggiunto.

Sempre l’Agenzia rileva inoltre come il 2021 abbia registrato il numero più alto di minori non accompagnati in cerca di rifugio nei Paesi Ue e dell’area Schengen dal 2017, con 23.600 domande e una percentuale stabile intorno al 4%. In forte aumento il numero di domande da parte di minori provenienti da Afghanistan e Siria.

Nel dettaglio, la maggior parte delle domande di minori non accompagnati sono state presentate da afghani (53%), seguiti a una certa distanza da siriani (16%), bengalesi (6%) e somali (5%). Circa i due terzi dei minori non accompagnati richiedenti asilo aveva un’età compresa tra i 16 e i 17 anni. Le bambine rappresentavano solo il 6%.

Il rapporto mette in evidenza anche il numero di attraversamenti illegali delle frontiere Ue rilevati nel 2021, che e’ stato di poco inferiore a 200.000, valore più alto 2017. Sulla base delle segnalazioni di Frontex, sono state rilevate «fluttuazioni nel numero di attraversamenti lungo diverse rotte migratorie, alcune delle quali hanno registrato aumenti significativi, mentre altre hanno osservato flussi relativamente stabili rispetto al 2020».

Per quanto riguarda i Paesi che hanno ricevuto il maggior numero di decisioni sulle richieste di asilo avanzate, anche quest’anno in testa figura l’Italia, paese di primo approdo, seguita da Germania e Grecia. Nel complesso, lo scorso anno sono state emesse 114.300 decisioni in risposta alle richieste avanzate nell’ambito della procedura Dublino, in aumento di un quinto rispetto al 2020, ma al di sotto dei livelli pre pandemia.