Se Viktor Orban continuerà a bloccare il pacchetto di aiuti da 50 miliardi all’Ucraina, Bruxelles aprirà il fuoco contro l’Ungheria per danneggiarne occupazione e crescita. A sganciare la bomba è il Financial Times che nella tarda serata di domenica ha svelato un piano segreto dell’Ue per superare il veto di Budapest alla revisione di bilancio comunitario che include il sostegno finanziario a Kiev. Il vertice straordinario di giovedì era stato convocato proprio con l’obiettivo di trovare la quadra sul dossier, dopo la débâcle del summit di dicembre. Ma i tempi supplementari hanno finito con l’agitare ulteriormente gli animi. Ora le rivelazioni del quotidiano della City rischiano di gettare altra benzina sul fuoco. E ancor peggio, di ritorcersi contro l’Ue, dando nuova linfa alla retorica sovranista contro i diktat di Bruxelles, il tutto a soli cinque mesi dalle europee.

Il documento, secondo il Financial Times, delinea una strategia per colpire l’economia nei suoi punti deboli. «In caso di mancato accordo del primo febbraio, gli altri capi di Stato e di governo dichiareranno pubblicamente che, alla luce del comportamento non costruttivo del premier ungherese … non possono immaginare» che verranno erogati i fondi europei destinati a Budapest, recita il documento visionato dal Financial Times. La mancanza di fondi provocherebbe, nelle intenzioni di Bruxelles, una fuga di investimenti dall’Ungheria, «un ulteriore aumento del costo del finanziamento del deficit pubblico e un calo della valuta». Un assaggio di questo scenario è stato il crollo nella giornata di ieri della valuta ungherese, scesa dello 0,7% a 389 fiorini per euro.

Dai palazzi europei non sono arrivate smentite, ma precisazioni. Il documento a cui si riferisce l’articolo è «una nota di background redatta dal Segretariato del Consiglio sotto la propria responsabilità che descrive lo stato attuale dell’economia ungherese» spiega un alto funzionario europeo. In altri termini, si tratterebbe di un documento puramente «fattuale» che «non riflette» le trattative in corso e soprattutto, spiegano ancora da Bruxelles, che non «delinea alcun piano specifico» né sulla revisione del bilancio, né sul pacchetto di aiuti all’Ucraina incluso nella proposta, né sull’Ungheria.

Il parziale dietrofront non è servito però a placare l’ira di Budapest che ha subito gridato al ricatto. Le rivelazioni del Financial Times sono una conferma di ciò che l’Ungheria va predicando da tempo, ossia che «l’accesso ai fondi europei viene utilizzato per ricatti politici da parte di Bruxelles». Un ragionamento, quello del ministro degli affari europei, Janos Boka, che rovescia la realtà dei fatti: fin dall’inizio dei negoziati, l’Ungheria ha chiesto di spacchettare gli aiuti a Kiev in tranche e sottoporle al voto (unanime) di anno in anno, riservandosi così il potere di ricattare l’Ue per sbloccare i fondi europei, circa 21 miliardi di euro, destinati a Budapest e rimasti congelati per le violazioni dello Stato di diritto.

Eppure, la minaccia di sabotare l’economia ungherese, come quella, trapelata nei giorni scorsi, di ricorrere alla ‘opzione nucleare’ per privare Budapest del voto in Consiglio, non riscuote successo tra gli Stati membri, consapevoli delle conseguenze che queste decisioni potrebbero avere sulla stessa Ue. «Non dobbiamo rispondere a ricatti con altri ricatti ma parlare tutti insieme, con un’unica voce», ha commentato la ministra degli Esteri belga, Hadja Lahbib. Ammesso che Budapest sia ancora disposta a suonare lo stesso spartito di Bruxelles.