«Date alla Federazione russa due o tre anni e ci schiaccerà. Non correremo questo rischio… Non ci sarà alcuna pausa a favore della Russia». Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, da Tallinn ha ribadito che Kiev non è pronta a nessun tipo di trattativa che contempli un cessate il fuoco con la Russia mantenendo gli attuali schieramenti sul campo.

INFATTI LA GUERRA continua, nonostante il tour diplomatico del capo di stato nei paesi baltici serva anche a dimostrare che la leadership ucraina sia stabile. Ieri almeno un civile ha perso la vita in quello che il capo dell’amministrazione militare regionale del Donetsk ucraino Vadym Filashkin, ha definito «un bombardamento massiccio» nel quadrante di Avdiivka. Se si osserva una mappa si noterà che tutti i piccoli centri colpiti negli ultimi giorni, da Toretsk a Kupiansk, disegnano una curva che si sovrappone quasi esattamente all’attuale linea del fronte est nel Donetsk e sfiora l’oblast di Kharkiv più a nord. Lo stato maggiore russo ha ripreso a bersagliare con insistenza i comuni della zona e diversi analisti si attendono un nuovo tentativo di avanzata in forze nel breve termine. La conquista di Marinka nel periodo natalizio ha permesso agli uomini di Mosca di attestarsi su posizioni più vantaggiose in questo settore e ora gli artiglieri possono utilizzare sistemi più rudimentali dei missili moderni. Economici, disponibili in grandi quantità e imprecisi. Poco importa se l’ordigno che doveva colpire un bersaglio poi si schianta su un palazzo, l’importante è continuare a bombardare senza sosta.

COME SUCCEDE da mesi a Kherson, dove il numero di morti accidentali di civili è altissimo e in costante crescita. Per gli attacchi mirati e per quelli dalla distanza alle grandi città ci sono i missili più costosi, come quelli nordcoreani. Nonostante gli ammonimenti di Usa e Nato, ieri il ministro della Difesa della Corea del Sud, Shin Won-sik, ha dichiarato di essere a conoscenza del fatto che Pyongyang intende fornire all’alleato Putin «un nuovo modello di missili tattici guidati a corto raggio». Dall’altro lato del fronte, in territorio russo, continuano le incursioni aeree ucraine. Una stazione di pompaggio del gas nella città russa di Kaluga, 200 chilometri a sud-ovest di Mosca, è stata danneggiata ieri da un drone. Ma Kiev non ha rivendicato l’attacco.

D’altronde «l’instabilità geopolitica» creata dall’invasione russa, così come denunciato dalla Bce ieri, colpisce anche altrove. La Finlandia, ad esempio, ha annunciato che terrà i varchi al confine con la Federazione chiusi per almeno un altro mese; il ministro della Difesa civile svedese, Carl-Oskar Bohlin, ha dichiarato che «tutti gli svedesi dovrebbero prepararsi mentalmente alla possibilità che la guerra potrebbe arrivare anche in Svezia». Per lo stesso motivo il presidente estone, Alar Karis, ha ribadito: «Non possiamo permetterci di mettere alcun limite al tipo di armi fornite all’Ucraina per raggiungere i suoi obiettivi militari e annullare le capacità di distruzione della Russia». A riprova del suo intuito politico Zelensky ha scelto un terreno quantomai fertile per la raccolta di consensi in questa fase delicata del conflitto.

MA GLI ATTORI principali restano Usa e Ue e Zelensky è a loro che si rivolge quando parla di supporto, anche se indirettamente. In attesa di decidere sui fondi straordinari per il sostegno all’economia ucraina, ieri la Commissione europea ha approvato un piano da 126 milioni di euro di finanziamenti alla Romania per sostenere gli investimenti nei porti marittimi e fluviali che stanno sopperendo al blocco dei porti ucraini del Mar Nero.