Improvvisamente, i 12 punti cinesi sull’Ucraina sono diventati degni di attenzione, e anche i leader europei si sono messi in fila per discuterne con Xi. A fare da apripista, il 30 e 31 marzo, sarà Pedro Sánchez e poi, una settimana dopo, toccherà a Macron e a Von der Leyen.

Anche l’Alto rappresentante Ue per gli affari esteri, Josep Borrell, ha annunciato un viaggio a Pechino. Macron «ha sottolineato la necessità di compiere il massimo sforzo per garantire che la Cina non sostenga la Russia e la sua capacità di andare avanti con la guerra», ha fatto sapere un funzionario europeo.

A invitare il leader socialista spagnolo a realizzare una “visita di stato” a Pechino, però, è stato il presidente cinese subito dopo il viaggio a Mosca, consentendo all’inquilino della Moncloa di risaltare il «ruolo internazionale di Madrid».

SÁNCHEZ È STATO sempre in prima fila nel sostegno politico e militare – Leopard compresi – a Kiev, anche a costo di irritare Podemos e le sinistre basche e catalane, contrarie all’escalation e all’aumento record delle spese militari. Solo un mese fa il premier spagnolo era a Kiev per ribadire a Zelensky il proprio sostegno incondizionato tra gli applausi entusiasti della Rada.

E infatti nelle prime dichiarazioni dopo l’annuncio del viaggio, Sánchez ha ribadito che «la Spagna, e l’Europa, sostengono il piano Zelensky per la risoluzione del conflitto poiché riteniamo che possa garantire una pace duratura e giusta (…). È importante (…) che siano gli ucraini a stabilire le condizioni per il negoziato». Ucraini che chiedono, per trattare, la restituzione di tutti i territori annessi da Mosca, Crimea compresa.

Al contempo, però, Madrid da tempo sottolinea l’importanza della Cina nella soluzione pacifica di una guerra che sembra impantanarsi nelle trincee di Bakhmut e Avdivka.

Un giudizio che Sánchez esprime ora in maniera più netta quando afferma che «il documento cinese, che non è un piano di pace ma un documento di posizionamento sui temi necessari per lavorare alla pace, ha degli spunti che io credo siano di interesse», e cita «il rifiuto dell’uso delle armi nucleari» e «il rispetto dell’integrità territoriale».

Parlando con i giornalisti all’uscita dal Consiglio europeo, il premier spagnolo si è spinto anche oltre: «La Cina è un attore globale e la sua voce deve essere ascoltata per porre fine alla guerra e per aiutare l’Ucraina a recuperare la sua sovranità».

«AL CONSIGLIO È STATA discussa la possibilità di soluzione della guerra – ha aggiunto Sánchez – incluso il ruolo di attori esterni importanti come la Cina», chiarendo che l’apertura nei confronti di Pechino è condivisa dai partner continentali.

Il leader spagnolo, che a luglio assumerà la presidenza di turno dell’Ue, ha già incontrato Xi in una riunione bilaterale a margine del G20 di Bali del novembre 2022; già allora aveva sottolineato l’importanza del ruolo cinese, non fosse altro che per l’influenza e la deterrenza che Pechino è in grado di esercitare su Mosca.

Per quanto l’esecutivo spagnolo sia, in quanto tale, di provata fede atlantista, deve comunque tenere conto del pacifismo di Up e di altri alleati esterni che lamentano gli scarsi sforzi compiuti dalla diplomazia europea nella ricerca di una soluzione negoziale.

A Pechino, poi, Sánchez andrà dopo aver partecipato al summit sudamericano di Santo Domingo in corso da ieri. Al di là dell’Atlantico, molti paesi con i quali Madrid intrattiene relazioni economiche e politiche preferenziali – Brasile, Argentina e Messico in testa – rivendicano la loro equidistanza, rifiutano di inviare armi a Kiev e spingono per una via diplomatica. Non a caso Lula sarà a Pechino nei prossimi giorni.

INFINE, A FINE marzo Sánchez non solo parteciperà al Boao Forum, una specie di Davos asiatica, ma incontrerà vari imprenditori cinesi desiderosi di investire in Spagna. A Madrid Xi Jinping ha già chiesto di aprire maggiormente il mercato spagnolo alle merci cinesi, offrendo in cambio un’analoga apertura a quelle spagnole.

Finora gli scambi bilaterali ammontano a soli 40 miliardi, ma le potenzialità di un rapporto più fluido con la Repubblica Popolare potrebbero convincere Madrid ad accantonare parzialmente le rivalità geopolitiche.