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«Trump immune per il 6 gennaio», la Corte d’appello non è convinta

«Trump immune per il 6 gennaio», la Corte d’appello non è convinta

Stati uniti Ieri il dibattimento a Washington. Per l'ex presidente è campagna elettorale

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 10 gennaio 2024

Il dibattimento di fronte a tre giudici di una corte d’appello federale di Washington non sembra essere andato bene per Trump: il processo è stato aggiornato e per ora non c’è una decisione, ma i tre si sono dimostrati scettici di fronte alla teoria presentata dal team legale dell’ex presidente. E cioè che Trump sia immune dall’incriminazione per aver tentato di sovvertire il risultato elettorale, emessa dal procuratore speciale Jack Smith, in quanto all’epoca era presidente degli Stati uniti, la procedura di impeachment ha avuto esito negativo, e Trump ha agito nella convinzione di ripristinare l’ordine turbato da elezioni truccate.

Eppure l’ex presidente ha preferito apparire nell’aula di tribunale dove ieri si discuteva il suo caso anziché tenere dei comizi in Iowa a sei giorni dall’inizio delle primarie repubblicane, a riprova di come la sua campagna elettorale stia puntando sui quattro processi penali in corso contro di lui, presentati come una persecuzione politica, più ancora che sugli incontri con l’elettorato – a prescindere dall’esito dei processi. Ieri infatti la stessa giudice di nomina repubblicana della corte d’appello (l’unica), Karen L. Henderson, ha dato del filo da torcere all’avvocato dell’ex presidente D. John Sauer, affermando di ritenere «paradossale» la teoria per la quale Trump cercando di ribaltare il risultato elettorale si stesse solo accertando che le leggi venissero applicate, e dunque gli fosse «concesso di violare la legge penale».

Il rappresentante del procuratore speciale Jack Smith, James Pearce, ha affermato che è un «futuro straordinariamente terrificante» quello in cui un presidente può dare l’ordine di assassinare un oppositore politico senza incorrere nella punizione della legge. Quando infatti un altro giudice ha chiesto alla difesa di Trump se riteneva che un presidente si potesse perseguire per un simile «atto ufficiale», Sauer ha risposto che sarebbe possibile solo dopo una condanna raggiunta da un processo di impeachment. A pesare sul dibattimento c’è il fatto che nessun presidente è mai stato a processo per atti compiuti mentre era alla Casa bianca. Benché, come ha notato ancora la giudice repubblicana, il punto è proprio che non ce n’era mai stato bisogno fino all’incriminazione di Trump.
Qualunque sia l’esito dell’appello, il caso è destinato a passare poi al vaglio della Corte suprema, e a dettare il calendario, e la stessa fattibilità, di tutti i processi penali in corso contro Donald Trump.

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