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Il dibattito Walz vs Vance, si sfidano in tv due modelli opposti di maschio americano

Cartello che annuncia il dibatto elettorale tra i due candidati alla vicepresidenza, Getty ImagesCartello che annuncia il dibatto elettorale tra i due candidati alla vicepresidenza, Getty Images

Elettorale americana Potrebbe trattarsi dell'ultimo scontro televisivo diretta delle elezioni del 2024, visto il rifiuto di Donald Trump di misurarsi una seconda volta con Kamala Harris

Pubblicato circa 2 ore faEdizione del 2 ottobre 2024

Questa sera, a New York, nella sede dell’emittente televisiva CBS, esattamente cinque settimane prima del giorno delle elezioni, si svolgerà il dibattito tra i due candidati vicepresidenti, Tim Walz e JD Vance. Potrebbe trattarsi dell’ultimo scontro televisivo diretta delle elezioni del 2024, visto il rifiuto di Donald Trump di misurarsi una seconda volta con Kamala Harris. Walz, governatore democratico del Minnesota, e Vance, senatore repubblicano dell’Ohio, non potrebbero essere due candidati più diversi per stili, convinzioni e strategie per la Casa Bianca.

Il repubblicano è un ex venture capitalist della Silicon Valley con un pedigree della Ivy League che smentisce le sue radici rurali negli Appalachi. Walz è un insegnante di scuola superiore diventato politico, con un debole per l’umorismo popolare del Midwest. Le loro esperienze in tema di dibattiti elettorali non sono adeguate al livello di una campagna presidenziale, ma entrambi, viste le loro carriere, non sono neofiti e si sono già misurati con avversari politici aggressivi. Il 40enne Vance, tuttavia, è molto più nuovo alle cariche pubbliche e ai dibattiti che le accompagnano rispetto al 60enne Walz.

In questo momento le loro campagne si rincorrono e i due si ritrovano a fare comizi a poche ore e a pochi chilometri di distanza l‘uno dall’altro, come è recentemente accaduto in Pennsylvania dove Walz ha tenuto un dibattito un sabato mattina in una scuola a un’ora di macchina da dove nel primo pomeriggio Vance si è rivolto ai suoi. Si è molto parlato del modello di mascolinità non tossica rappresentato da Walz, che in questo parallelo geografico-temporale appare ancora più evidente, in special modo quando trattano gli stessi temi.

Entrambi sono padri e dedicano molto spazio delle loro campagne alle questioni familiari e di assistenza all’infanzia, come il credito d’imposta per i figli e il congedo familiare retribuito. Al di là della differenza di piani, molto più dettagliato e articolato quello del ticket Harris-Walz, è proprio il concetto stesso di famiglia che cambia nella narrazione dei due candidati: per il democratico non è univoco e tradizionale, come invece sottolinea Vance. Anche le basi che compongono il loro pubblico per forza di cose sono diverse: abbiamo sentito dire da una sostenitrice repubblicana che la presidenza “non è un lavoro da donne” mentre tutta la corsa democratica è definita anche dal genere della candidata.

Se ogni tanto i toni di Vance sfociano in un inespresso ‘boy must boy”, colloquialismo che indica un rafforzamento degli stereotipi di genere, da Walz la cifra distintiva è quella della difesa della vulnerabilità, come quando racconta la storia della fecondazione assistita a cui sono ricorsi lui e sua moglie, esperienza dolorosa dall’esito felice che il governatore porta sempre ai suoi comizi. I loro stessi ruoli all’interno dei ticket sono diversi: Vance è stato scelto come delfino di Trump in un momento in cui il tycoon sembrava invincibile. I suoi comizi sono incentrati sull’immigrazione, l’economia e il commercio. “Perseguiremo alcune politiche fiscali ed economiche basate sul buon senso”- aveva detto alla folla di sostenitori esultanti a Berks County – Lo faremo con i lavoratori americani piuttosto che con i lavoratori stranieri”.

Il Democratico invece è stato scelto per bilanciare il profilo di Harris specialmente nelle aree più rurali e negli stati in bilico, che sono spesso anche tradizionalmente più conservatori. Nonostante la maggior parte degli osservatori sottolinei che i dibattiti dei vice presidenti non hanno mai spostato l’ago della bilancia, sostengono anche che quest’anno potrebbe andare diversamente.

I sondaggi mostrano Harris e Trump testa a testa, per cui qualsiasi passo falso o bel colpo da parte di uno dei candidati alla vice presidenza potrebbe cambiare le carte in tavola. “Tutto l’ago da spostare – ha affermato lo stratega democratico Steven Maviglio a The Hill – è dello 0,1%, in una delle due direzioni, è tutto qua quello che potrebbe fare la differenza in quattro o cinque stati chiave”.

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