Walz contro Vance, pochi scontri tra i due candidati vicepresidenti
Elettorale americana “È un ritorno alla normalità”, ha detto a fine dibattito il commentatore dell'emittente televisiva Cbs, che ha ospitato il faccia a faccia fra i due candidati vice presidenti Tim Walz e JD Vance
Elettorale americana “È un ritorno alla normalità”, ha detto a fine dibattito il commentatore dell'emittente televisiva Cbs, che ha ospitato il faccia a faccia fra i due candidati vice presidenti Tim Walz e JD Vance
“È un ritorno alla normalità”, ha detto a fine dibattito il commentatore dell’emittente televisiva Cbs, che ha ospitato il faccia a faccia fra i due candidati vice presidenti Tim Walz e JD Vance. In effetti erano anni che un dibattito politico non manteneva dei toni tanto civili e il beneficiario di questo clima rassicurante è stato il repubblicano JD Vance, che ne è uscito amabilmente normalizzato. Paradossalmente a normalizzare Vance è stato proprio il democratico Walz che, solo poche settimane fa, lo aveva bollato come weird, strano, appiccicandogli addosso quell’aggettivo.
Il confronto fra i due candidati alla vicepresidenza Usa, è cominciato con una stretta di mano ed è proseguito con toni a volte accesi ma sempre urbani, nonostante i due esprimessero posizioni opposte praticamente su tutto: economia, immigrazione, diffusione delle armi, aborto, trivellazioni petrolifere, guerra in Medioriente. Gli attacchi Walz li ha sferrati più a Donald Trump che a JD Vance, definendo il tycoon non all’altezza di gestire la crisi in Medioriente in quanto troppo dipendente da Vladimir Putin, e schivando la domanda di una delle moderatrici della Cbs che gli aveva chiesto la posizione del suo ticket riguardo un attacco di Israele all’Iran.
Al contrario Vance ha risposto sicuro dicendo che gli Usa devono “sostenere i nostri alleati ovunque si trovino quando combattono i cattivi”, e da presidente Donald Trump “ha costantemente reso il mondo più sicuro” perché pensa che “la pace debba essere perseguita attraverso la forza”.
Quando si è arrivati al cambiamento climatico è stato il turno di Vance di glissare, in quanto Trump l’ha definito una bufala e su questo tema si è sempre espresso nel più puro stile negazionista.
Vance si è limitato a dire che “molte persone sono giustamente preoccupate per tutti questi folli modelli meteorologici”, e che lui e The Donald sono a favore di “aria pulita, acqua pulita”, e gli Stati Uniti sono “l’economia più pulita del mondo”.
“Trump ospita a Mar-a-Lago i petrolieri – ha attaccato Walz – dice loro ‘datemi i soldi per la campagna e vi farò fare quello che volete’. Noi possiamo essere più intelligenti di questo”.
Su Springfield, la cittadina dell’Ohio di cui Vance ha accusato falsamente i rifugiati haitiani che vivono lì di mangiare gli animali domestici dei residenti, Walz avrebbe potuto affondare colpi, invece ha lasciato spazio a Vance che si è limitato a parlare di “scuole e ospedali che sono sopraffatti, alloggi che sono totalmente inaccessibili perché abbiamo portato milioni di immigrati illegali per competere con gli americani”, subito corretto con un fact-checking dalla conduttrice Margaret Brennan, che gli ha ricordato come gli haitiani insediati a Springfield siano tutti legali.
Durante il dibattito Vance ha dimostrato di poter smussare il curriculum politico di Trump, immettendo dei punti politici reali, ad esempio sul tema dell’aborto, difeso da Walz come un “diritto umano basilare”. Vance ha accusato i democratici di essere troppo “radicalmente pro-aborto” ma ha rassicurato sul fatto che Trump sia contrario a un bando nazionale e favorevole a lasciare la decisione agli stati e di volere sostenere i trattamenti per la fertilità. Questa risposta ha portato Trump, che fino a quel momento non l’aveva mai fatto, a confermare pubblicamente, tramite Truth Social, che in caso diventasse presidente porrebbe il veto a un divieto di aborto a livello nazionale.
In questo clima favorevole Vance è stato un sostenitore di Trump migliore dello stesso Trump, venendo fuori come una versione competente del tycoon, priva delle tipiche esplosioni che lo caratterizzano.
Gli unici due momenti in cui Walz è sembrato ricordarsi di essere con un oppositore e non con un compagno che sbaglia, e lo ha messo in difficoltà, è stato quando Vance le ha sparate davvero troppo grosse: dipingendo Trump come un difensore dell’Obamacare, e sulla difesa della democrazia da parte del Tycoon. In questo secondo caso Walz ha chiesto direttamente a Vance se pensasse che Trump avesse perso le elezioni del 2020.
“Preferisco pensare al futuro” ha detto Vance, preso di contropiede.
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