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Tra le condizioni di Biden anche i prigionieri americani in Iran

Tra le condizioni di Biden anche i prigionieri americani in IranIl presidente americano Joe Biden – LaPresse

Stati Uniti/Iran Per Washington «il loro rilascio è una priorità». L'amministrazione è pronta ad aprire un canale di comunicazione con Teheran

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 23 febbraio 2021

Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa bianca Jake Sullivan, nel corso di una intervista all’emittente televisiva Cbs ha dichiarato che l’amministrazione Biden ha intrapreso dei colloqui con l’Iran in merito agli ostaggi statunitensi detenuti dalla Repubblica islamica.

Si tratta di cinque persone, con doppia cittadinanza iraniana e statunitense, in prigione per lo più con l’accusa di spionaggio. Secondo la Foley Foundation, organizzazione che segue i casi, sono almeno 43 gli ostaggi o i detenuti Usa in undici Paesi.

Oltre all’Iran, tra i paesi che detengono o in cui sono prigionieri di gruppi non governativi dei cittadini americani ci sono Afghanistan, Siria, Venezuela, Russia, Egitto, Turchia, Ruanda e Arabia saudita.

All’inizio di febbraio il segretario di Stato americano Blinken ha parlato con i familiari degli ostaggi, affermando che il loro il rilascio è considerato una priorità della nuova amministrazione.

«Intendiamo comunicare in maniera molto diretta con gli iraniani in merito allo scandalo completo, alla catastrofe umanitaria, che è rappresentata dall’ingiusta e illegale detenzione di cittadini statunitensi in Iran – ha detto Sullivan – Abbiamo cominciato a comunicare con gli iraniani a questo proposito, il nostro messaggio è che non accetteremo alcuna intesa a lungo termine se continueranno a detenere cittadini statunitensi in maniera ingiusta e illegale. Riportare quegli americani al sicuro a casa sarà una delle priorità di questa amministrazione».

L’amministrazione Biden la scorsa settimana aveva detto, tramite una dichiarazione del portavoce del dipartimento di Stato Ned Price, di essere disposta a riprendere i colloqui con Teheran sul nucleare.

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