La Berlinale 2023 si avvicina e i film in programma – dal 16 al 26 febbraio – vengono via via svelati. Nella sezione Berlinale Special spicca l’annuncio del nuovo documentario di Mario Martone dedicato a Massimo Troisi, Qualcuno laggiù mi ama. Non è l’unico film italiano annunciato ieri, nella stessa sezione ci sarà infatti L’ultima notte di Amore di Andrea Di Stefano, protagonista Pierfrancesco Favino nei panni di un poliziotto durante l’ultima notte di servizio, nel cast anche Linda Caridi, Antonio Gerardi e Francesco Di Leva.

Gli altri titoli svelati di Berlinale Special sono Kill Boksoon di Byun Sung-hyun, con Jeon Do-yeon nei panni di un’imperturbabile killer femminile in Corea del Sud; Golda, di Guy Nattiv, con Helen Mirren nei panni della politica israeliana Golda Meir, e poi Mad Fate di Soi Cheang, Talk to Me di Danny e Michael Philippou e Der vermessene Mensch di Lars Kraume.

Incluso nella stessa sezione anche il film d’apertura della Berlinale annunciato alcuni giorni fa, She Came to Me di Rebecca Miller, commedia sull’amore e la libertà d’espressione ambientata a New York con Peter Dinklage, Marisa Tomei, Joanna Kulig, Brian d’Arcy James e Anne Hathaway.

NOVITÀ arrivano anche dal Forum, sezione indipendente votata al cinema sperimentale e di ricerca. Sono stati annunciati dieci film del passato, che si affiancheranno alla programmazione contemporanea.

I due restauri verteranno sulla black culture, I Heard It Through the Grapevine di Dick Fontaine (1982), in cui James Baldwin torna sul suo vissuto negli Stati del Sud e sui movimenti per i diritti civili, e A Rainha Diaba (The Devil Queen) di Antonio Carlos da Fontoura (1974), ispirato alla storia di João Francisco dos Santos, criminale brasiliano della prima metà del Novecento conosciuto come Madame Satã. Gli altri titoli scelti sono film realizzati in Germania da registi stranieri, con l’intento di sollevare domande sul razzismo all’interno della società. In programma Oyoyo (1980) dell’indiana Chetna Vora, Ein Herbst im Ländchen Bärwalde (1983) di Gautam Bora, Der Kampf um den heiligen Baum (The Battle of the Sacred Tree, 1995) della keniota Wanjiru Kinyanjui, Kara Kafa (Black Head, 1979) del turco Korhan Yurtsever e Ordnung (All in Order, 1980) dell’iraniano Sohrab Shahid Saless.

Annunciati anche i 15 cortometraggi, provenienti da 20 Paesi, che gareggeranno nella sezione apposita.