A Torre Maura, dopo che gli ultimi Rom sono stati portati via dalla struttura di accoglienza assediata dagli abitanti in rivolta da martedì sera, è tornata la calma. Ma il degrado è rimasto, come e forse più di prima. Forza Nuova ieri sera con una fiaccolata ha tentato l’ultimo spot prima di lasciare il quartiere al suo destino e spostare la protesta elettorale a Casalotti, periferia nord di Roma dove controllano il territorio molto più che a Torre Maura e dove alcune delle famiglie Rom sono state trasferite.

Stessa strategia quella di CasaPound che questa mattina alle 10 tornerà nel quartiere con un corteo che parte da via Piovanelli, a pochi metri dalla contromanifestazione organizzata dall’Anpi alla quale hanno aderito anche la Cgil, Libera e l’Arci. Le organizzazioni antifasciste hanno dato appuntamento a Piazzale delle Paradisee per un sit-in antirazzista – un tantino fuori tempo massimo, a dire il vero, evidentemente per difficoltà nei rapporti con il territorio e con gli abitanti in rivolta di Torre Maura.

Il sit-in è stato indetto con lo slogan «Non me sta bene che no», coniato da una delle frasi pronunciate dal 15enne Simone quando ha affrontato in perfetta solitudine, senza ideologie e con coraggio i neofascisti che per giorni hanno presidiato la struttura dove erano state segregate le famiglie Rom. «Dopo tre giorni di follia a Torre Maura, la Cgil insieme ad altre realtà, che vanno da Libera all’Arci, ha deciso di manifestare in concomitanza con CasaPound, per affermare che il problema del quartiere non sono 70 persone ma l’assenza di servizi e di lavoro», ha spiegato Michele Azzola, segretario generale della Cgil Roma e Lazio.

Il Pd romano ha fatto appello al Questore affinché non autorizzi il corteo neofascista: «Chi calpesta ogni giorno la Costituzione e i valori di Roma antifascista non può continuare a marciare sulle ferite della nostra città». Al sit-in antirazzista hanno aderito numerose organizzazioni e partiti. «Ci saremo – annuncia Simone Sapienza, segretario di Radicali Roma – anche per ricordare la delibera popolare Accogliamoci, con cui, prima ancora dello scandalo di Mafia Capitale, avevamo proposto, insieme a tante realtà che saranno presenti in piazza, una riforma totale dell’accoglienza e un piano preciso di superamento dei campi etnici e delle baraccopoli a Roma».