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Torino, flash mob alla Regione Piemonte: 25 denunciati

Torino, flash mob alla Regione Piemonte: 25 denunciatiAzione di Extinction Rebellion alla sede della Regione Piemonte. – Web

Clima Extinction Rebellion monta uno striscione: «Benvenuti nella crisi climatica. Siccità, è solo l’inizio». Mille attivisti da tutta Europa al Climate Social Camp

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 26 luglio 2022

La lotta per il clima a Torino è iniziata all’alba. Due attiviste di Extinction Rebellion, ieri mattina, hanno appoggiato al muro del Palazzo della Regione Piemonte una scala lunga dieci metri e, imbragate, sono salite fino al balcone che si affaccia in piazza Castello. Scavalcata la ringhiera, hanno appeso un grande striscione rosso, solcato da righe scure a rappresentare la terra arida e spaccata, con scritto «Benvenuti nella crisi climatica. Siccità, è solo l’inizio». Si sono, poi, incatenate alla ringhiera. «Sono qui – ha detto una delle due attiviste, Delfina – perché la giunta regionale in questi anni ha ripetutamente denigrato la comunità scientifica e i suoi cittadini. La giunta Cirio si attivi per adottare misure preventive e sistemiche per contrastarla rapidamente».

Sul posto, sono presto arrivate le forze dell’ordine che hanno sequestrato lo striscione e denunciato oltre 25 presenti. «Anche chi dava semplicemente volantini, per invasione di terreni o edifici aggravata e per manifestazione non preavvisata». Cinque fogli di via ad altrettanti manifestanti. «Ce n’era bisogno? Fa già caldissimo, proviamo a stemperare il clima di tensione», dichiarano il capogruppo in Regione di Liberi Uguali Verdi Marco Grimaldi e la capogruppo di Sinistra Ecologista in comune Alice Ravinale, criticando il pugno duro della questura.

L’azione di disobbedienza civile di Extinction Rebellion arriva nel giorno in cui a Torino è iniziato il secondo meeting europeo di Fridyas For Future, in contemporanea al Climate Social Camp, il campeggio che al parco Colletta si è riempito di tende e che, fino al 29 luglio, ospiterà conferenze, laboratori e proiezioni su temi collegati alla crisi climatica. Vi partecipano mille attivisti da tutta Europa, insieme a una delegazione di attiviste provenienti da tutto il mondo. Per «motivi logistici», non ci sarà Greta Thunberg che era attesa al raduno; si collegherà comunque a distanza. Tanti i temi in ballo: giustizia climatica, autodeterminazione dei popoli, pratiche di decolonizzazione. «Il nostro intento – spiegano gli organizzatori dell’evento – è di dare la stessa rilevanza alle esigenze e alle voci delle persone da tutti i Paesi. Non siamo tutti sulla stessa barca, siamo sullo stesso mare in tempesta».

Questa estate bollente, sicuramente una delle più calde della storia, è prova diretta dei cambiamenti climatici. Ieri, il caldo è stato ancora soffocante da Torino a Catania, con massime superiori a 35°. Da oggi, temporali e aria meno calda dovrebbero portare a un abbassamento delle temperature e a una riduzione dell’afa al Nord. Non verrà risolta la crisi idrica che in Pianura padana resta gravissima. Estati più lunghe e siccitose sono le condizioni ideali per gli incendi. In Italia, c’è stato un +170% di incendi nel 2022 rispetto alla media, spinti da un mese di luglio bollente e senza precipitazioni che ha favorito la corsa del fuoco lungo boschi e campagne di tutta la penisola con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo.

Il valore emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Effis, in riferimento agli incendi dalla Maremma toscana al Carso friulano, dal Lazio alla Puglia, dalla Basilicata alla Sicilia fino alla pineta Ramazzotti di Ravenna in Emilia Romagna. «Sono stati favoriti – dice Coldiretti dalle alte temperature oltre i 40°, dalla siccità in un anno con precipitazioni praticamente dimezzate e dalla mano criminale dell’uomo. Ci vorranno almeno 15 anni per ripristinare completamente le zone verdi distrutte dalle fiamme con danni oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine».

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