«Toccai l’arma», il figlio di Morello dà la sua versione
Caso Pozzolo Mancava da identificare il terzo uomo che ha lasciato tracce di Dna sulla pistola del deputato di Fd’I, Stefano Pozzolo, dalla quale è partito un colpo durante la festa di […]
Caso Pozzolo Mancava da identificare il terzo uomo che ha lasciato tracce di Dna sulla pistola del deputato di Fd’I, Stefano Pozzolo, dalla quale è partito un colpo durante la festa di […]
Mancava da identificare il terzo uomo che ha lasciato tracce di Dna sulla pistola del deputato di Fd’I, Stefano Pozzolo, dalla quale è partito un colpo durante la festa di Capodanno organizzata nei locali della proloco di Rosazza (Biella) dalla sindaca Francesca Delmastro, sorella del sottosegretario alla Giustizia.
Sarebbe il figlio di Pablito Morello, il caposcorta di Andrea Delmastro. Maverick Morello, che è una guardia giurata e a dicembre aveva iniziato a Verbania Pallanza un corso per diventare agente penitenziario alla Scuola di formazione del ministero della Giustizia, ha dichiarato agli inquirenti: «C’ero anche io in quella stanza, dopo lo sparo ho preso la pistola appoggiata sul tavolo e l’ho consegnata nella mani di mio papà che l’ha messa in sicurezza». Testimonianza evidentemente compatibile, per la pm Teresa Camelio, con le tracce del Dna presenti sull’arma (le altre erano di Pozzolo e di Pablito Morello).
Anche il terzo uomo però non avrebbe visto chi ha sparato il colpo che ha ferito Luca Carta, genero del caposcorta, che dopo tre giorni presentò denuncia. «In quel momento non stavo guardando – ha riferito Maverick Morello – Ho sentito, subito prima, dire la frase: “Ma allora la pistola è vera?”. Dopo che è successo il fatto ho visto Pozzolo da solo, seduto immobile». Suo padre però aveva raccontato di aver capito che era partito un colpo appoggiando la mano sopra l’arma e sentendo «un forte calore».
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