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Test a 1 dollaro, risultato in 10 minuti. Da Dakar una speranza per l’Africa

Test a 1 dollaro, risultato in 10 minuti. Da Dakar una speranza per l’AfricaInformazione anti Covid-19 in Senegal. Un membro del collettivo di graffitisti "RBS Crew" al lavoro su un muro di una scuola a Parcelles Assainies, presso Dakar – Ap

La sperimentazione Nella capitale senegalese l’Istituto Pasteur al lavoro sul nuovo kit rapido per rilevare l'infezione da Covid-19

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 3 aprile 2020

«Diagnosticare i pazienti il più rapidamente possibile, per accelerare la cura, l’isolamento e arginare la diffusione del virus». È ciò che spera il professor Amadou Sall, che dirige l’Istituto Pasteur di Dakar, dove sono stati diagnosticati tutti i malati nel paese (135 ad oggi). Nella capitale senegalese si sperimentano un nuovo test in grado di rilevare il virus in 10 minuti che, se validato definitivamente, sarà venduto al prezzo di circa 1 dollaro. «Fino a 4 milioni di test potrebbero essere prodotti e venduti al prezzo di costo in pochi mesi – ha detto il dottor Sall all’agenzia Afp – e potrebbero essere la vera salvezza per l’Africa».

[do action=”citazione”]I test saranno realizzati dalla Diatropix – piattaforma specializzata nella diagnosi rapida di epidemie spesso trascurata dalla più “blasonata” ricerca occidentale – e saranno venduti in tutto il continente africano, dove attualmente vengono confermati in media 300 nuovi casi al giorno.[/do]

Gli esperti concordano sul fatto che la disponibilità di massa di test rapidi a basso costo è uno dei modi più efficaci per contenere la pandemia globale di coronavirus. La Mologic, partner britannico dell’Istituto Pasteur, inizierebbe la produzione a Londra in aprile, mentre Diatropix potrebbe produrre i kit per il mercato africano a partire da giugno. Il governo britannico, riferisce il quotidiano The Telegraph, avrebbe già prenotato l’acquisto di circa 3,5 milioni di kit.

«La valutazione indipendente è molto critica, motivo per cui stiamo lavorando con i migliori laboratori di tutti i continenti, con esiti buoni – ha affermato il direttore della Mologic, Joe Fitchett, al New York Times – a differenza di altri test su anticorpi, questo è un test antigene e gli antigeni possono essere rilevati quasi immediatamente dopo l’infezione». Il test non ha bisogno di un laboratorio o di un’infrastruttura complessa, e si basa su una tecnologia utilizzata per i test di gravidanza, si compone di un kit di analisi sia salivare che sanguigna ed è stato progettato in modo che possa dare in automatico l’esito in 10 minuti» ha spiegato Fitchett.

A inizio marzo, il capo dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha invitato tutti i paesi a sviluppare le proprie capacità nella produzione di test diagnostici per frenare la diffusione della pandemia. «Il modo più efficace per prevenire infezioni come questa è spezzare le catene di trasmissione nella maniera più rapida possibile, è l’unica stratega utile per appiattire il più velocemente la curva di contagio» ha dichiarato Ghebreyesus.

Secondo l’Oms, a oggi i casi ufficiali in tutta l’Africa sono più di 5mila e hanno ormai colpito 47 paesi, con un primato dei contagi in Sudafrica. Tuttavia gli epidemiologi affermano di non essere certi dell’effettivo numero di contagiati, visto lo scarso numero di kit di prelievo disponibili.

 

Nei laboratori dell’Istituto Pasteur di Dakar

 

Il contagio «nel continente africano può ancora essere contenuto se vengono applicate le misure appropriate, sia a livello politico che sanitario, in un’ottica di cooperazione tra stati», è l’appello lanciato recentemente dagli esperti dell’Oms e del Centro africano per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc), riuniti a Ginevra per stabilire una valutazione sulla diffusione dell’infezione da Covid-19 in Africa.

Un’ultima indicazione data dall’Oms è legata alla «riconversione industriale in alcuni paesi ritenuti più idonei (Egitto, Marocco, Algeria e Sudafrica) per la produzione di dispositivi di protezione, di respiratori e di macchinari per la rianimazione», con un apposito finanziamento previsto da parte dell’Unione sfricana.

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