Una forte scossa di terremoto – magnitudo 7 della scala Richter – ha colpito la regione di Marrakech, in Marocco, provocando almeno 1.037 morti e 1.204 feriti, di cui almeno 721 in gravi condizioni (dato aggiornato alle 15).

I sismografi hanno registrato la scossa alle 23.11 di venerdì 8 settembre. L’epicentro è stato localizzato al centro del paese, a 16 chilometri del villaggio Tata N’Yaaqoub, nel municipio di Ighil, 72 chilometri a sud-ovest di Marrakech.

La scossa però è stata sentita lungo tutta la dorsale dell’Atlante, a Merzouga, una delle porte del deserto, Taroudant, Essaouira e Agadir e dall’altro versante della catena montuosa a Casablanca, fino a Rabat.

Il movimento ondulatorio è durato circa 30 secondi. Ingenti i danni materiali. Sono state mobilitate le forze dell’ordine, la protezione civile e il personale medico e paramedico per predisporre un piano di emergenza.

Il bilancio del sisma si aggiorna di minuto in minuto, man mano che arrivano i dati dalle città e soprattutto dalle località di montagna vicine all’epicentro. I paesi che punteggiano l’Atlante sono molto poveri, spesso non hanno collegamento internet e le case sono costruite con il caratteristico muro a pisé, realizzato in paglia, fango e sassi.

Grande paura soprattutto nella medina di Marrakech, dove le parti più fragili delle mura che circondano il centro storico sono crollate.

Hanno ceduto alcune abitazioni, nella piazza Jamaa el Fna è crollato il minareto di una piccola moschea vicino allo storico ‘Café de France’.

Si segnalano danni nella kasbah di Marrakech e crolli di abitazioni nella zona a nord est. In città nuova ci sono crepe nel campanile della chiesa cattolica di Gueliz. Crolli di facciate a Essaouira, sull’Oceano atlantico e a Ouarzazate, nel centro Sud.

In migliaia si sono riversati per le strade della città nuova di Marrakech e nei vicoli della medina, in preda al panico.

Elettricità e collegamento internet sono mancati a lungo. Il centralino dell’ambasciata italiana a Rabat ha ricevuto numerose chiamate soprattutto da parte di turisti che chiedono di rientrare a casa.

Sfollati a Marrakech dopo il terremoto che ha colpito la città, foto Fadel Senna / Afp via Getty Images

A seguire, durante la notte, uno sciame sismico di centinaia di scosse è stato registrato dall’Istituto nazionale di geofisica (Ing) del Marocco dopo la
scossa di magnitudo 7 sulla scala Richter che ha colpito la zona a sud-ovest di Marrakech.

Secondo Nasser Jebbour, capodivisione dell’Ing, l’area colpita ha un perimetro di almeno 400 chilometri, nella provincia di Al Hazoud, dove sorgono i villaggi berberi, ai piedi dell’Atlante.

Ed è qui che a partire delle prime ore dell’alba si cominciano a contare i danni, ora che i soccorritori sono riusciti a raggiungere anche le zone più impervie della catena montuosa, vicino alla cima del Toubkal.

Dopo lo shock per la violenza del sisma, il più forte finora registrato dopo quello del 2004 di magnitudo 6.3 ad Al Hoceima (nord-est di Rabat) e quello degli anni ’60 che distrusse Agadir con una magnitudo di 5.7 (causando 12.000 morti), Marrakech alza il velo sulla fragile cinta di mura, sbriciolata in più punti, sulla medina con le case di sabbia, sul sistema di soccorso che fatica a raggiungere i vicoli più stretti.

È solo dopo il canto del muezzin, alle 5 del mattino che si smorza il suono delle sirene, sottofondo di tutta la notte. Ed è a partire dalle 6 che nel cielo di Marrakech tornano a volare gli aerei con la riapertura dello scalo. Ighil, il villaggio dell’epicentro, ha seimila abitanti; gli oltre 3 milioni di Marrakech sembravano molti di più, fuori dalle loro case, dove hanno passato la notte.

L’Unione europea ha promesso al regno del Marocco “tutti gli aiuti necessari”. Secondo la Farnesina non risultano italiani feriti.