Freno statale al prezzo dell’energia e trasporto pubblico a costo calmierato, tassa sugli extra-profitti delle compagnie energetiche e ombrello finanziario per i cittadini che nei prossimi sei mesi non saranno in grado di pagare le bollette, più un nuovo pacchetto di sussidi cash sull’esempio del bonus-gas da 300 euro. Sono i punti-chiave del piano scritto e firmato dalla leadership Spd che dopodomani verrà sottoposto al resto del partito e poi girato al cancelliere Scholz per il negoziato con Verdi e liberali.

Rappresentano la «risposta politica» promessa da settimane dal primo partito della coalizione «per alleviare le difficoltà delle famiglie colpite dalla crisi», ma anche l’attesa «soluzione tecnica» per fermare la bolla energetica divenuta ormai speculazione pura.

All’attenzione del governo di Berlino c’è il prezzo del gas fuori controllo quanto il costo dei trasporti destinato a riesplodere domani con la scadenza del “9 euro ticket” che da giugno ad agosto ha rivoluzionato la mobilità salvando lo stipendio di milioni di pendolari.

«Vogliamo distribuire equamente i costi di questa crisi e lo strumento più adatto è un’imposta mirata sui guadagni in eccesso delle società energetiche che stanno traendo enormi vantaggi dalla situazione attuale. Anche l’imposta sul gas di 2,4 centesimi che gli utenti del gas pagheranno da ottobre sarà ritoccata affinché queste imprese non ne traggano vantaggio» scrivono i dirigenti della Spd senza temere di passare per il “partito delle tasse”.

Prima di introdurre il nuovo “49 euro ticket” per il trasporto pubblico, che non sono risolutivi come i 3 euro al mese del biglietto estivo ma pur sempre metà dell’abbonamento mensile ordinario della metro di Berlino per viaggiare sull’intera rete nazionale di bus, treni e traghetti. «Per la copertura finanziaria servirà la collaborazione Stato-Regioni: il costo sarà diviso a metà fra governo federale e i 16 Land».

Nel piano Spd sono inoltre previsti assegni ad hoc per famiglie a basso e medio reddito, pensionati, studenti, tirocinanti e beneficiari dell’indennità di disoccupazione Hartz IV.

Messaggio che Olaf Scholz dovrà recapitare anzitutto a Christian Lindner, segretario di Fdp a capo del dicastero che materialmente apre e chiude il portafoglio pubblico. «Per il pagamento ci aspettiamo prima possibile la proposta del ministero delle Finanze legata al reddito» è la nota della Spd per varare prima di fine estate il nuovo pacchetto sociale.

I socialdemocratici insistono poi sull’introduzione del «tetto massimo al prezzo dell’energia per i fabbisogni di base» che comprendono i consumi domestici ma anche le bollette energetiche delle industrie di prima necessità, ogni giorno più insostenibili. Si aggiunge alla «protezione economica pubblica» per chi rischia di non potersi permettere di tenere acceso il riscaldamento fino al prossimo marzo.

Infine nel piano Spd, pur specificando che l’uscita dal nucleare è «sicuramente definitiva», ricompare il «possibile prolungamento della vita delle tre centrali atomiche destinate a chiudere a fine anno, fino all’esaurimento delle barre di combustibile» esattamente come aveva preannunciato il cancelliere Scholz.

Tutto mentre la Germania procede spedita verso il ritorno al carbone avviato con la direttiva dell’Agenzia delle Reti lo scorso 14 luglio. Ieri è stato riacceso il mega-impianto di Petershagen nel Nordreno-Vestfalia, ha confermato il gestore Uniper. La centrale inaugurata nel 1987 dovrebbe immettere negli elettrodotti nazionali fino a 875 megawatt aggiuntivi, che però restano una goccia nel mare di gas venuto a mancare con lo stop del Nordstream. «La riattivazione delle centrali dismesse è una decisione amara ma necessaria» riassume Karsten Smid, esperto di energia di Greenpeace, mentre chiede al governo Scholz di compensare almeno il surplus di emissioni inquinanti.