Per i lettori del manifesto, Tariq Ali non ha bisogno di presentazioni. Con lui abbiamo avuto una conversazione sull’augusto evento di oggi.

Da leggendario critico dell’establishment, vorremmo sapere cosa ne pensa di quest’incoronazione, che dell’idea di establishment è in un certo senso la pornografia.

Per trovare un periodo nella storia britannica in cui non c’era un monarca, si deve tornare al XVIII secolo: a quando i rivoluzionari inglesi abolirono la monarchia, i primi a giustiziare un re in Europa e abolire la Camera dei Lord. Durò poco. Dopo la restaurazione della monarchia, questa dovette fare delle concessioni. La principale fu quella di accettare l’inesistenza di alcun diritto divino dei re. Era solo una semplice monarchia ereditaria. Ma nei termini del ruolo monarchico costituzionalmente inteso – qui non abbiamo una costituzione scritta – non c’è un effettivo declino del potere. Il re o la regina sono il capo delle forze armate; possono sciogliere il parlamento a piacimento; hanno altri poteri che non utilizzano mai, ma sono sempre lì per l’establishment. Dall’ultimo secolo ad oggi svolgono un ruolo ideologico, come durante la Seconda guerra mondiale. Giorgio V fece una visita ufficiale di stato in Italia nel 1923, dove abbracciò pubblicamente Mussolini e gli appuntò una medaglia (Cavaliere di Gran croce dell’ordine di Bath, ndr). Suo figlio, Edoardo VIII, abdicò nel 1936: la scusa era che stava sposando un’americana divorziata. Non ci ho mai creduto. In realtà, era molto vicino ai nazisti tedeschi. E non c’è dubbio che se i tedeschi avessero occupato la Gran Bretagna, lo avrebbero rimesso sul trono. La defunta regina presiedette al declino dell’impero britannico, ma era solita visitare – e visitò – il Kenya un certo numero di volte da principessa e regina, un paese in cui i colonizzatori inglesi avevano compiuto atrocità spaventose. Dovremmo farla finita con questa storiella di persone simpatiche e ordinarie che regnano solo in quanto “eredi”.

Ma come Elizabeth ha presieduto al declino dell’impero, Charles potrebbe benissimo essere l’ultimo re a presiedere il declino dell’istituto su cui si basa il suo presunto privilegio. E poi, quel sinistro richiamo al suo decollato predecessore, Carlo I…

Bisogna vedere se lo Stato britannico e i suoi diversi governi – che si tratti dell’attuale o che sia sostituito da Starmer, che è anche una figura profondamente reazionaria – faranno mai qualcosa circa la monarchia. La usano. Ne hanno bisogno. Reca, pensano, una certa leggerezza alle terribili condizioni in cui vivono molte persone. È una distrazione. E spero che tu abbia ragione, che sia l’ultimo monarca. Ma guardiamo al come sbarazzarsi della monarchia. Ci sono due modi. Ovviamente, il primo è che il parlamento voti per eliminarla. L’unica cosa che questa potrebbe fare è ricorrere all’esercito, cosa improbabile. Ma tutto questo non accadrà mai. Oggi ci sono meno critiche alla monarchia in tutti i giornali, stazioni radiotelevisive della Bbc che mai prima. L’atmosfera di conformità in cui è avvolto il paese rende difficile qualsiasi movimento reale. Alla polizia sono stati conferiti nuovi poteri speciali per arrestare le persone senza bisogno di alcun mandato. La continua esistenza della monarchia sta aiutando a de-democratizzare la Gran Bretagna e i diritti di cui le persone hanno goduto a lungo. L’altro modo sarebbe attraverso la pressante richiesta di un referendum. Infatti, se Carlo fosse stato più intelligente di quello che è…

L’avrebbe già convocato.

…Esattamente. E probabilmente avrebbe vinto. Ma il pericolo dal suo punto di vista è che si crei un precedente. Accadrà solo se ci sarà un autentico sentimento popolare di massa contro questa gente. E non vedo alcun segno di questo, credo, tra i più giovani. I sondaggi ci dicono ora che tra i 16 e i 30 anni c’è una maggioranza che non favorisce la monarchia e non ne è interessata. Ma a me sembra che resteremo bloccati con la monarchia ancora per qualche tempo. Dire che sarà l’ultimo re è una pia illusione.

Eppure ci siamo abituati a grandi sconvolgimenti: Brexit, la presidenza Trump negli Usa. Qualcosa, poi, di così istituzionalmente bianco, estenuato e decadente simboleggia perfettamente il declino del dominio occidentale su un mondo extra- (e post-) europeo.

Bisogna però ammettere che la monarchia piace a tutte le classi e le etnie. E tra sezioni delle comunità caraibiche, afro-caraibiche e asiatiche in questo paese gode di una grande simpatia. A questo particolare gruppo, Charles ha fatto di tutto per dimostrare di essere multiculturale, pur essendo contraddetto, ovviamente, dal figlio minore, il cui matrimonio ha evocato il razzismo sia del palazzo che dei tabloid. La crisi ormai permanente dell’Occidente è un grande dono per i partiti di destra in ogni paese. Penso all’Italia, che anche nei lunghi anni della democrazia cristiana, aveva un partito comunista di massa, varie case editrici, giornali, riviste, tutto finito molto rapidamente. Resta l’imperativo a far parte di quello che io chiamo l’estremo centro. Faremo tutte le cose che fa la destra, ma con un bel sorriso, quello dell’attuale presidente non eletta dell’Unione europea: una donna profondamente reazionaria. Anche in Gran Bretagna, non abbiamo mai avuto così tante persone di origini extraeuropee in qualsiasi governo, per tacere di uno conservatore. La destra sa usare bene il multiculturalismo, la politica di genere, e li usa spudoratamente.

In Italia, un paese che ha duramente patito la mediocrità e il comportamento miserabile della propria famiglia reale, i media hanno una sorta di ossessione malsana per i reali britannici. Pare una forma di transfert.

Forse Francia, Germania e Italia pensano che se avessimo una monarchia come la monarchia inglese, non dovremmo preoccuparci così tanto dei nostri politici tremendi. Non rendendosi conto che, monarchia o non monarchia, tali rimangono: come quelli britannici.