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Tang Sulan e la letteratura per l’infanzia cinese

Tang Sulan e la letteratura per l’infanzia cinesePiccoli studenti al tempio di Confucio a Nanchino – Ap

Letteratura Lo Hunan è la mia terra natìa e rappresenta le radici della mia cultura. Spero che i bambini di tutto il mondo possano venire qua nello Hunan ad ammirare i paesaggi naturali, a degustare le prelibatezze e a sentirmi raccontare storie

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 6 giugno 2020

Tang Sulan è una nota scrittrice cinese originaria della provincia dello Hunan. È conosciuta al grande pubblico soprattutto nell’ambito della letteratura per l’infanzia.  È anche professoressa presso il Liberal Arts College della Hunan Normal University. Nel 1985 si laurea nel Dipartimento di Cinese della Hunan Normal University. Un anno dopo comincia a pubblicare i suoi primi lavori. Nel 1988 viene ammessa alla laurea specialistica presso il Dipartimento di Cinese della Zhejiang University.

Nel 1991 porta a compimento i suoi studi. Nel 1999 entra a far parte dell’Associazione degli scrittori cinesi. Ha scritto più di sessanta opere nell’ambito della letteratura per l’infanzia e le sono state conferite molteplici onorificenze, tra cui ricordiamo il National Outstanding Children’s Literature Award, il Soong Ching-ling Children’s Literature Prize, il Bing Xin Children’s Literature Award, e il Chen Bochui Children’s Literature Award. Tra i suoi lavori più amati ricordiamo La storia del lupo maldestro (Ben lang de gushi), L’incantevole streghetta (Xiao wupo zhen meili), e Il folletto in soffitta (Gelou shang de jingling).

Professoressa Tang, grazie per aver accettato la nostra intervista. In questi mesi la maggior parte della popolazione mondiale è in quarantena a causa della pandemia in corso di COVID-19. Lei come sta vivendo questi mesi di isolamento? Com’è la situazione a Ningxiang, nella provincia dello Hunan?

La mia città natale è in montagna. Quest’anno, in occasione del Capodanno cinese, sono tornata a casa per stare insieme ai miei genitori. Quest’epidemia ha avuto un forte impatto sulla vita delle persone. È pur vero che la campagna è meno densamente popolata rispetto alla città, perciò l’isolamento non è stato altrettanto sconvolgente. Tuttavia, per prevenire il contagio, quest’anno non siamo andati a far visita ai parenti, come richiederebbe la consuetudine, e non ci siamo neanche riuniti per mangiare e festeggiare il nuovo anno. È stata una decisione spontanea e consapevole. Consci della situazione, nessuno se ne è avuto a male.

La lettura e la letteratura sono certamente un bene per la salute mentale umana in un momento così difficile. Lei è una scrittrice di letteratura per l’infanzia, ma in quanto lettrice, cosa le piace leggere nella vita di tutti i giorni?

Leggo di tutto. In primis, per ovvi motivi, mi piace leggere i classici mondiali della letteratura per bambini. Al contempo, leggo anche libri sulla pedagogia infantile, sulla cultura e sulla filosofia dei bambini. Poi leggo anche opere di letteratura folkoristica e libri sull’arte popolare.

Secondo lei, che cosa sono la lettura e la letteratura per un adulto? E per un bambino invece?

Per un adultola lettura è un modo per tenere attivo lo spirito. Stimola la nostra mente e arricchisce il nostro mondo spirituale. Grazie alla lettura riusciamo a placare il nostro animo in un mondo tanto irruente. Per i bambini, invece, la lettura è fonte di gioia, un paio di ali che permette alla loro fantasia di spiccare il volo. La lettura apre la mente dei bambini e stimola la loro immaginazione. Quando leggono una bella storia dai loro occhi trapela felicità.

Le capita di leggere opere di altri autori di letteratura per ragazzi? Se così fosse, lo fa per un suo gusto personale o perché, così facendo, le permette di trovare ispirazione e confrontarsi in modo indiretto con altri colleghi?

Assolutamente sì. Leggo spesso altri autori di letteratura per bambini, soprattutto i classici. Per esempio Pinocchio, dello scrittore italiano Carlo Collodi, Le avventure di Cipollino e Gelsomino nel paese dei bugiardi di Gianni Rodari. Da una parte, certo, scrivendo per i bambini e insegnando letteratura per l’infanzia ormai da tanti anni, mi viene naturale leggere opere di altri autori dello stesso settore. È anche vero, come ha giustamente osservato lei, che confrontandomi con altri scrittori ho imparato molto negli anni colmando alcune lacune.

Nel 1985 si è laureata nel Dipartimento di Cinese della Hunan Normal University. Un anno dopo ha cominciato a pubblicare le sue prime opere. Nel 1991, poi, ha concluso la laurea specialistica in letteratura per l’infanzia. Da dove nasce questo suo interesse nei confronti della letteratura per bambini?

Sono cresciuta in un piccolo e remoto villaggio di montagna. Nella Cina rurale degli anni Sessanta, la campagna era talmente indigente dal punto di vista materiale e culturale che era praticamente impossibile avere libri a casa. Di conseguenza, non ho mai avuto accesso alla letteratura quando ero piccola. La prima volta che lessi un’opera appartenente al genere della letteratura per l’infanzia fu al secondo anno universitario. Ricordo ancora che in un’antologia lessi La sirenetta di Hans Christian Andersen e Il canto del ruscello (Xiao xiliu de ge) dello scrittore cinese Yan Wenjing. Da subito rimasi ammaliata da queste storie incredibili. Esercitavano su di me un fascino profondo. Sulla falsa riga de Il canto del ruscello (Xiao xiliu de ge) scrissi la mia prima fiaba Due piccoli ruscelli (Liang tiao xiao xiliu). Da lì in poi non mi sono più fermata. Così è iniziato il mio connubio con la letteratura per l’infanzia.

Nel 1999 è entrata a far parte dell’Associazione degli scrittori cinesi. Ritiene che la proporzione di autori di letteratura per l’infanzia sia equa all’interno dell’associazione?

A dire il vero non so quanti scrittori di letteratura per bambini ci siano all’interno dell’associazione attualmente. Tuttavia, se non ricordo male, quando ne sono entrata a far parte nel 1999 la percentuale era alquanto bassa. È anche vero che negli ultimi anni il mercato è cresciuto molto, tant’è che sempre più scrittori cinesi si occupano di letteratura per l’infanzia. Poi ci sono anche molti scrittori già affermati che negli ultimi anni hanno cominciato a dedicarsi alla letteratura per bambini, come ad esempio Zhang Wei, Zhao Lihong, Ye Guangqin e Zhang Xiaofeng.

Nel mondo sono numerosi gli scrittori che sono divenuti celebri (anche) grazie alla letteratura per bambini. Penso ad esempio a Lewis Carroll, Roald Dahl, Edgar Rice Burroughs, Antoine de Saint-Exupéry, Oscar Wilde, Hans Christian Andersen, i fratelli Grimm, Ye Shengtao, Louisa May Alcott. Perché secondo lei sono pochi gli scrittori cinesi di letteratura per l’infanzia che riescono a farsi un nome dal punto di vista internazionale?

Sono pochi, è vero. Ma qualche eccellenza c’è sempre: un esempio è Ye Shengtao, da lei citato. A mio parere, ci sono diverse ragioni per cui gli scrittori cinesi di letteratura per ragazzi hanno meno probabilità di entrare sulla scena letteraria internazionale. Anzitutto la scrittura cinese nella sua natura pittografica risulta più complessa di quella occidentale di natura perlopiù fonografica. La traduzione e la comprensione in alcuni casi può creare maggiore difficoltà. Il secondo motivo è che la letteratura cinese per bambini è iniziata più tardi che in Occidente. La nostra prima raccolta di fiabe in vernacolo moderno è stata Lo spaventapasseri di Ye Shengtao, pubblicata nel 1923. Negli anni Venti in Occidente era già stato pubblicato un consistente numero di opere letterarie per l’infanzia. Tuttavia, negli ultimi anni, la letteratura cinese per l’infanzia ha cominciato ad attirare l’attenzione del mondo. Ogni anno alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna vediamo che ci sono sempre più opere di autori cinesi. Nel 2016 lo scrittore cinese Cao Wenxuan è stato persino insignito del prestigioso premio internazionale Hans Christian Andersen Award.

Quando penso a scrittori cinesi di libri per bambini, oltre a lei mi affiorano alla mente nomi quali Cao Wenxuan, Yang Hongying, Zheng Yuanjie, Qin Wenjun, Shen Shixi e Sun Youjun. In cosa si distinguono le sue opere dai suddetti autori? Quali sono le precipuità dei suoi racconti?

Le persone sono un prodotto dell’ambiente in cui vivono. Anche l’opera letteraria di uno scrittore è legata ai tempi, alle circostanze e alle consuetudini. Credo che la differenza più grande tra me e gli scrittori che ha appena citato sia insita nel fatto che io provengo dalla provincia dello Hunan. Inoltre, sono arrivata sulla scena letteraria solo negli anni Novanta. Gli scrittori della mia generazione hanno un modo diverso di vedere le cose, soprattutto per quanto riguarda la struttura della conoscenza e la percezione dell’infanzia. Poi io scrivo principalmente racconti fiabeschi, Cao Wenxuan e Qin Wenjun scrivono romanzi per bambini e ragazzi, mentre Shen Shixi scrive soprattutto favole e romanzi i cui protagonisti sono gli animali. Lo stile di Zheng Yuanjie è piuttosto vivace, a tratti esilarante; i miei racconti sono invece divertenti ma allo stesso tempo lirici.

Quando scrive i suoi racconti da cosa è spinta? Si prepone come semplice obiettivo quello di raccontare una storia o, come nel caso delle favole di Esopo, c’è una morale dietro?

I miei racconti non partono da una morale come le favole di Esopo. Traggo ispirazione dalle mie esperienze di vita, dalla percezione della realtà che mi circonda e dall’universo nella sua interezza, e soprattutto cerco sempre di immaginare un mondo migliore. La letteratura per l’infanzia costituisce il primo contatto che i bambini hanno con la parola scritta, deve perciò essere un’esperienza gioiosa, sviluppare le loro menti, ma anche aiutarli a costruire una personalità sana e forte.

Quali sono i temi ricorrenti nelle sue opere? L’amore, l’ambiente, l’amicizia? Perché ritiene che siano temi importanti per i bambini, veri protagonisti del futuro?

Proprio così. I temi più ricorrenti nelle mie opere sono quelli che ha appena citato, ovvero l’amore, l’ambiente e l’amicizia. Perché l’odio è istintuale, mentre l’amore è un qualcosa che deve essere appreso. Solo con l’amore ci potranno essere armonia e bellezza. Le questioni ambientali invece riguardano il nostro benessere e, soprattutto, quello di ogni forma di vita presente sul nostro pianeta. Infine, per quanto riguarda l’amicizia, i bambini hanno bisogno di amici che li aiutino a crescere, hanno bisogno di apprendere dai loro coetanei. Costruire amicizie è quindi fondamentale per i bambini nella fase della crescita poiché si apprestano a entrare nella società.

Alcune opere di Cao Wenxuan sono state tradotte in italiano (Girasole e La scuola dal tetto di paglia, ed. Giunti, traduzione di Paolo Magagnin). Quale tra i suoi libri vorrebbe veder tradotto per primo? Perché?

Il mio libro più noto tra i bambini cinesi è La storia del lupo maldestro (Ben lang de gushi). Tuttavia, credo che come primo libro da tradurre per i bambini italiani L’incantevole streghetta (Xiao wupo zhen meili) sia più consono, perché la strega è un personaggio ricorrente in tutte le fiabe del mondo. Forse i bambini italiani potrebbero essere interessati a questa streghetta, frutto della penna di una scrittrice cinese.

Nella sua carriera, ha scritto più di sessanta libri per bambini. Ha vinto innumerevoli premi tra cui ricordiamo il National Outstanding Children’s Literature Award, il Soong Ching-ling Children’s Literature Prize, il Bing Xin Children’s Literature Award, e il Chen Bochui Children’s Literature Award. Che significa ricevere un premio per uno scrittore di libri per bambini? Qual è l’opera che l’ha resa più orgogliosa? Perché?

Un premio è un riconoscimento da parte di un gruppo di esperti e in quanto tale è sicuramente importante per qualsiasi scrittore. Tra tutte le opere che hanno ricevuto un premio, devo dire che A-Lian è quella che mi ha reso più orgogliosa per un semplice motivo: si tratta del primo romanzo che ho scritto per bambini. In precedenza avevo scritto solo racconti. La storia di A-Lian è in parte biografica: ricordi della mia infanzia e del mio percorso di crescita. Perciò mi sta particolarmente a cuore.

Tra i suoi lavori più amati ricordiamo La storia del lupo maldestro (Ben lang de gushi), L’incantevole streghetta (Xiao wupo zhen meili), e Il folletto in soffitta (Gelou shang de jingling). Per lei qual è il suo lavoro più rappresentativo? E perché è così importante per lei?

La storia del lupo maldestro (Ben lang de gushi) è sicuramente il mio libro più noto. Sono tanti ormai i bambini cinesi che mi chiamano “la mamma del lupo maldestro” (ben lang mama). In realtà si tratta di una serie di libri: al momento sono stati pubblicati Il lupo maldestro e i suoi genitori (Ben lang he tade baba mama), La vita scolastica del lupo maldestro (Ben lang de xuexiao shenghuo), Il lupo maldestro e il coniglietto furbo (Ben lang he congming tu), Le avventure del lupo maldestro (Ben lang lvxing ji), Il lupo maldestro e l’orso grasso (Ben lang he pang zongxiong), e Il lupo maldestro e cappuccetto rosso (Ben lang he xiao hongmao). Per quanto riguarda i racconti, La scarpetta rossa (Hong xiezi) e La famiglia dell’asino (Lv jiazu) sono quelli più rappresentativi del mio stile.

Spesso all’estero la letteratura per l’infanzia viene altresì conosciuta con l’appellativo più generale di letteratura per bambini e ragazzi. Secondo lei vi sono dei punti in comune tra la letteratura per l’infanzia, in senso stretto, e la letteratura per ragazzi?

La letteratura per l’infanzia è un concetto alquanto ampio. Non si riferisce solo alla letteratura per bambini delle scuole elementari, ma anche alla letteratura della prima infanzia e a quella giovanile. La letteratura per ragazzi si riferisce ai libri adatti a studenti delle medie e differisce dalla letteratura per l’infanzia soprattutto nei contenuti. La letteratura per ragazzi si concentra sul percorso di crescita degli adolescenti, con tutti i problemi e le preoccupazioni che ne derivano. L’espressione artistica e le strategie narrative sono più complesse.

Che cos’è per lei la felicità? Lei ha scritto un libro dal titolo Alla ricerca dell’isola felice (Xunzhao kuaile dao). Dove si trova quest’isola? Lei è riuscita a trovarla? Secondo lei questo processo di ricerca può essere lo stesso nei bambini e negli adulti?

La felicità è una sensazione psicologica sana e piacevole. Leggere un bel libro ti rende felice. Scrivere un’opera che ti rechi soddisfazione è motivo di felicità. Vedere che i miei libri piacciono ai bambini è una grande gioia. Fare lezione ai miei studenti mi rende felice. Mangiare del buon cibo, vedere un bel panorama, fare due chiacchiere con gli amici, aiutare il prossimo… Tutto questo è fonte di grande felicità. La mia isola felice è la scrittura per i bambini, sono contenta di averla trovata. Il mio lavoro dà valore e significato alla mia vita. Per i bambini, invece, credo che avere una casa piena d’amore e d’affetto sia la loro isola felice. Per gli adulti l’isola felice potrebbe essere trovare un lavoro interessante o realizzare i valori della vita.

Per ogni scrittore il più grande riconoscimento si trova nel plauso e nel consenso dei lettori. Le è mai capitato di incontrare dei lettori molto appassionati dei suoi libri? 

Ormai sono trent’anni che scrivo per i bambini. Sono tanti i genitori che amano condividere con me la passione dei loro figli per i miei libri. Spesso i bambini, ma anche i loro genitori, mi chiedono come mi vengono in mente i personaggi o perché ho un’immaginazione così fervida. Una volta ho perfino incontrato un lettore ormai cresciuto che lavorava come giornalista per una rete televisiva. Quando gli hanno detto che mi avrebbe intervistato ha portato le foto che aveva fatto dei disegni nel libro Il folletto in soffitta (Gelou shang de jingling) e me le ha regalate. Altri lettori, memori dei miei libri che avevano letto da piccoli, sono venuti a cercarmi all’università solo per ringraziarmi dei momenti di felicità che avevano provato da bambini grazie alla lettura dei miei libri. Fa davvero piacere.

Lei è originaria della provincia dello Hunan ed è docente presso la Hunan Normal University. Che cosa rappresenta per lei lo Hunan? Che ruolo svolge nelle sue opere? Quali sono per lei le caratteristiche più evidenti delle persone provenienti dallo Hunan? Attraverso i suoi racconti, quali precipuità della gente dello Hunan vuole trasmettere ai bambini nel mondo?

Lo Hunan è una provincia nell’entroterra cinese. La gente dello Hunan è resistente alle avversità e alle sofferenze. La cultura dello Hunan è variegata, a tratti è pragmatica e a tratti è permeata da elementi della cultura sciamanica o da elementi tipici del fantasy romantico. Lo Hunan è la mia terra natìa e rappresenta le radici della mia cultura. Spero che i bambini di tutto il mondo possano venire qua nello Hunan ad ammirare i paesaggi naturali, a degustare le prelibatezze e a sentirmi raccontare storie.

La sua città natala è Ningxiang, un luogo abbracciato dalla natura. Lo Hunan ha una lunga storia e la natura gioca un ruolo vitale in molte opere letterarie. I bambini sono diversi di generazione in generazione. Oggi pare che i più piccoli non riescano a immaginare una vita senza le comodità delle grandi città. In veste di professoressa e scrittrice, che consiglio dà alle mamme per educare i propri figli sull’importanza dell’ambiente e della natura? Dato che temi come la protezione dell’ambiente stanno ricevendo sempre più attenzione, ci sono stati dei cambiamenti nel suo stile narrativo negli ultimi anni?

La ringrazio davvero per avermi fatto questa domanda. Ci tengo molto. Credo che le mie opere siano cambiate negli anni. Per esempio negli ultimi anni mi sono concentrata maggiormente sui paesaggi della mia città natale, la cultura e la gente locale, e sui miei ricordi d’infanzia. In particolare per quanto riguarda l’ambiente, è un tema che ho sviluppato soprattutto negli ultimi lavori. L’epidemia di quest’anno mi ha fatto riflettere molto sul rapporto tra uomo e natura, un tema che ho approfondito anche nei racconti Il bambino selvaggio (Ye haizi) e Incontro in una notte di primavera (Chunye qiyu). Voglio che i nostri figli crescano nella consapevolezza  che tutte il creato è uguale e che la terra è la nostra casa comune.

Faccia finta per un attimo di non essere una scrittrice. Vorrei sapere se c’è un libro per bambini che sin da piccola le sta particolarmente a cuore. Nel mio caso è Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry, forse perché da piccolo non avevo amici e quindi mi commuoveva molto la devozione con cui il piccolo principe si prende cura della sua rosa. Qual è il suo?

La sirenetta di Hans Christian Andersen. Mi ha sempre commossa molto. Anche perché da piccola quando lessi questo libro per la prima volta non avevo mai visto il mare. Il colore dell’oceano di un blu più intenso del fiordaliso e il palazzo sul fondo del mare mi hanno sempre affascinata. La sirenetta per ottenere un animo umano sopporta tante avversità. È così buona. Io non sono di lacrima facile, ma ricordo ancora che quando si è dissolta in schiuma ho versato un mare di lacrime. Poi mi piacciono anche altri classici, quali Pinocchio, Il piccolo principe, Il vento tra i salici, Il grillo a Times Square.

Viviamo in un mondo alquanto caotico. Secondo lei la letteratura per l’infanzia può essere fonte di speranza anche per gli adulti? Ho sempre creduto che i libri per bambini possano essere letti anche dagli adulti, anche se in un’ottica diversa.

Un buon libro per bambini ha una doppia chiave di lettura. Recano felicità ai più piccoli ma al contempo permettono anche agli adulti di interpretare gli eventi della vita in un’ottica diversa e, in certo modo, realizzare un secondo percorso di crescita. La letteratura per bambini afferma i valori dell’infanzia, permette di riflettere sull’assurdità del mondo degli adulti e ci fa capire che l’innocenza di un bambino è un fattore necessario per la formazione di una personalità ideale. Certamente la letteratura per l’infanzia può essere letta in un’ottica filosofica.

Pensa che i giovani di oggi in Cina siano davvero così superficiali come la società sovente li dipinge? Pensano davvero solo a comprarsi l’ultimo modello del cellulare, vivono davvero in un mondo in cui “mors tua vita mea” come se si trovassero in una versione moderna della corte imperiale cinese? Oppure ci sono tanti giovani che cercano di dar voce al proprio cuore e, nonostante urlino e si sgolino, la società fa orecchie da mercante? Secondo lei, di cosa hanno più bisogno i cinesi al giorno d’oggi? Al di là dei confini della narrativa ufficiale, a cosa anela la gente? Che cosa brama? Ne abbiamo parlato anche con Han Shaogong. Lei in quanto scrittrice di libri per bambini che ne pensa?

Questa è un’epoca di rapido sviluppo scientifico, tecnologico e socio-economico, è un’epoca frenetica. Io non credo affatto che i giovani di oggi siano superficiali. Anzi, il livello medio di istruzione dei giovani di oggi e la loro velocità, nonché capacità, di accedere alle informazioni sono senza precedenti nella storia della Cina. Penso che i giovani desiderino un ambiente competitivo relativamente equo e una speranza per il futuro. Per quanto riguarda la gente comune, tutti sperano di poter avere un senso di sicurezza nella propria vecchiaia, di poter ricevere cure mediche per le malattie e di poter vivere in pace e contentezza. In questo la voce del popolo corrisponde alla narrativa ufficiale.

Oltre a racconti e romanzi per bambini, ha scritto anche varie poesie in prosa (forma poetica tipica del panorama letterario cinese contemporaneo, N.d.T.). Credo che non tutti siano a conoscenza di questa forma testuale. Le va di spiegare ai nostri lettori che cosa si intende con “poesia in prosa” (sanwen shi)? Quali sono i temi delle sue poesie in prosa? Da cosa trae ispirazione? Qual è la differenza principale rispetto ai racconti o ai romanzi per bambini?

Da giovane ho scritto molte poesie in prosa. Si tratta di una forma poetica in cui l’attenzione non viene posta sulla paragrafazione o sulla metrica. Mi sono dedicata a questo genere testuale da giovane, pertanto i temi erano la ricerca di me stessa, le delusioni amorose o esperienze sentimentali di cui far tesoro. Nella sostanza le poesie in prosa sono simili alle fiabe, in quanto si tratta di una percezione dell’anima nei confronti del mondo. La differenza principale, anche rispetto ai romanzi per bambini, sta nel fatto che le poesie in prosa esprimono pensieri senza raccontare storie. Presentano l’immaginario tipico di una poesia, senza alcuna caratterizzazione dei personaggi, elemento tipico invece dei romanzi, e senza lo sviluppo di una trama.

A tutti coloro che vorrebbero cominciare a leggere le sue opere o avvicinarsi alla sua produzione letteraria, da quale libro possono iniziare? Qual è il suo consiglio?

Anche io spero tanto di poter avviare un dialogo con i bambini italiani tramite le mie opere. L’incantevole streghetta o Il folletto in soffitta sarebbero sicuramente un buon inizio, oppure anche i libri illustrati La scarpetta rossa e La famiglia dell’asino.

Riccardo Moratto (莫冉, conosciuto anche col nome di penna 韋佳德) è sinologo, simultaneista, traduttore letterario e professore associato presso la Hunan Normal University.

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