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Elezioni Usa, Cina tra preoccupazione e divertimento garantito

Elezioni Usa, Cina tra preoccupazione e divertimento garantitoIl presidente cinese Xi Jinping durante la conferenza dell'Asia-Pacific Economic Cooperation a San Francisco (Jeff Chiu, Ap) – Jeff Chiu, Ap

Elettorale americana vista dalla Cina Gli analisti di Pechino concordano nel sostenere che, a prescindere dal vincitore, la competizione è inevitabile e la Cina resterà il «principale avversario» di Washington

Pubblicato circa 2 ore faEdizione del 5 novembre 2024

«Comunque vada, ci divertiremo». La Cina si prepara alle elezioni americane come fosse la nuova puntata di una soap opera, speranzosi che possa produrre elevati picchi di dramma. Maggiore preoccupazione nel governo, che cerca di scrutare la traiettoria delle relazioni bilaterali che Xi Jinping ha definito «le più importanti del mondo». Gli analisti cinesi concordano nel sostenere che, a prescindere dal vincitore, la competizione è inevitabile e la Cina resterà il «principale avversario» di Washington. A cambiare potrebbe essere il «campo di gioco»: con Trump, l’enfasi potrebbe riguardare soprattutto il commercio, con Harris quello strategico e retorico.

LA CINA È CONVINTA che la candidata democratica garantirebbe continuità con Joe Biden. Non è per forza un aspetto positivo, visto che lo status quo delle relazioni non entusiasma Pechino. Wang Huiyao, direttore del Center for China and Globalization, sostiene che le priorità di Harris sarebbero il rafforzamento del sistema di alleanze in Asia-Pacifico e l’imposizione di sanzioni e tariffe, ma «limitate ad alcune aree strategiche» come la tecnologia. C’è curiosità sul vice, Tim Walz, che ha passato diverso tempo in Cina e potrebbe “caricare” i dossier legati ai diritti umani.

Da Trump ci si aspetta meno retorica, ma azioni più drastiche sul commercio. Il leader repubblicano ha minacciato tariffe fino al 60% su tutti i prodotti importati dalla Cina. Secondo Ubs, i prelievi potrebbero tagliare il 2,5% dalla crescita cinese.

UNO SPAURACCHIO inquietante, in una fase in cui si cerca di ridare fiducia all’economia. Tanto che c’è chi crede che, in caso di vittoria di Trump, Xi possa impugnare l’agognato bazooka per una serie di audaci misure di stimolo. Dall’altro lato, a Pechino si spera che un eventuale Trump bis possa migliorare i rapporti con l’Europa (anche attraverso una minore pressione sui rapporti con la Russia) e a uno sfilacciamento delle partnership di sicurezza nel vicinato asiatico. Sui media cinesi si alimenta l’ipotesi che il tycoon possa «abbandonare Taiwan». Ma si sottolinea anche la sua grande imprevedibilità, che potrebbe produrre inedite forme di cooperazione come turbolenze senza precedenti. La Cina sa che, in ogni caso, i rapporti dovranno affrontare nuovi rischi. Resta da capire quali saranno le regole del gioco. Se ce ne saranno.

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