Tamponi gratuiti, la Germania potrebbe ripensarci
Quarta ondata Non si ferma il boom dei contagi dilagante in tutto il Paese. Spd, Verdi e liberali presentano una proposta di legge per reinserire i test pagati dallo Stato
Quarta ondata Non si ferma il boom dei contagi dilagante in tutto il Paese. Spd, Verdi e liberali presentano una proposta di legge per reinserire i test pagati dallo Stato
Erano stati sospesi a inizio ottobre per spingere i cittadini a vaccinarsi ma alla luce dell’obiettivo mancato si profila il ritorno dei test gratuiti pagati dallo Stato. Lo rivela la Bild citando l’apposita proposta di legge di Spd, Verdi e liberali depositata ieri al Bundestag che verrà discussa la prossima settimana.
D’accordo l’Associazione dei medici secondo cui «l’abolizione dei tamponi gratis non ha motivato gli indecisi quindi è urgente che il Parlamento li reintroduca prima possibile. Bisogna cominciare a testare pure i vaccinati dato che anche loro possono diffondere il virus» riassume il presidente Klaus Reinhardt. Sulla stessa linea il virologo Jonas Schmidt-Chanasit dell’Università di Amburgo: «I luoghi riservati a vaccinati e guariti, cioè la regola del “2G”, offrono un falso senso di sicurezza mentre i non vaccinati aggirano la restrizione incontrandosi in privato. L’unica misura davvero efficace è testare tutti».
Non concordano il neo governatore del Nordreno-Vestfalia, Hendrik Wüst (Cdu), contrario «per motivi etici» a pagare i tamponi a chi rifiuta il vaccino, e il premier bavarese Markus Söder (Csu) in prima linea per estendere il “2G” a tutto il territorio nazionale. Ma i loro partiti sono in minoranza al Bundestag e per niente in grado di condizionare la decisione supportata dal co-leader dei Verdi, Robert Habeck, come dal direttore parlamentare di Fdp, Marco Buschmann. Diverso il caso della Spd dove la linea aperturista deve fare i conti con il responsabile della Sanità, Karl Lauterbach, favorevole ai test gratuiti ma solo insieme all’ampliamento del “2G”.
Intanto non si ferma il boom dei contagi dilagante in tutto il Paese ma particolarmente virulento in Sassonia, Baviera e Turingia. Ieri l’istituto Robert Koch ha registrato il record dell’incidenza settimanale dall’inizio della pandemia con 201,1 casi ogni 100mila abitanti e 15.513 contagi in più rispetto a domenica scorsa.
Anche per questo il sindacato dei medici “Marburger Bund” ha chiesto al ministro della Sanità, Jens Spahn, di cambiare idea sull’esenzione dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario delle case di riposo e di introdurlo per chi lavora con senzatetto e rifugiati, oltre agli insegnanti.
In parallelo in Baviera e Sassonia è scattato l’annunciato giro di vite. Da ieri il libero accesso a cinema, concerti, teatri, palestre e piscine è limitato ai vaccinati e guariti, mentre nelle imprese con più di dieci dipendenti è entrata in vigore la regola del “3G” (guariti, vaccinati o testati). Ma il governo di Monaco ha imposto anche la stretta nelle scuole dopo che il “semaforo” del coronavirus è passato al rosso con il superamento della soglia di 600 ricoverati nei reparti di terapia intensiva: da oggi gli studenti bavaresi saranno obbligati a indossare la mascherina durante le lezioni.
Più che drammatica invece la situazione in Turingia. Qui il 21% di posti-letto dotati di respiratore sono occupati dai pazienti passati da 17 a 122 in appena 24 ore. Ancora 22 ricoveri e lo Stato sarà costretto a dar seguito all’avvertimento del governatore Bodo Ramelow di non potere più garantire il ricovero dei non vaccinati negli ospedali locali. Mentre l’ex capo della clinica “Charité” di Berlino, il virologo Detlev Krüger, corregge pubblicamente la teoria della «pandemia dei non vaccinati» formulata dal ministro Spahn. Nonostante le conseguenze del Covid siano diverse in base al grado di immunizzazione «non è la pandemia dei non vaccinati ma riguarda tutti. Lo dico da convinto sostenitore dei vaccini come della dose booster per le categorie a rischio».
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