Quasi compiacimento per aver imbroccato la minaccia e «massima allerta» ma senza «reali minacce» per il futuro. Le reazioni del governo italiano all’attentato di Mosca sono duplici. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è fatto bello al Tg1: «Devo dire che il ministero degli esteri, insieme alla nostra rappresentanza diplomatica a Mosca, fin dall’8 marzo avevano invitato gli italiani a non partecipare a eventi dove c’era molta gente a Mosca” perché la polizia russa “aveva arrestato componenti di una cellula terrorista di matrice jihadista, quindi c’erano dei pericoli di attentati a Mosca». E la conta dei connazionali: «Ci sono a Mosca 2.700 italiani registrati all’Aire, non abbiamo notizie di italiani coinvolti».

Poi si passa alla disamina dell’attentato: «Probabilmente è veritiera la rivendicazione dell’Isis, aspettiamo però tutte le analisi che devono essere fatte», l’attentato «non credo che abbia a che fare con la situazione in Ucraina, è una questione che riguarda il fondamentalismo islamico». Per Tajani gli attentatori «probabilmente vengono dalle regioni più vicine all’Afghanistan». Il fenomeno del terrorismo non va mai sottovalutato e affronteremo la questione del terrorismo anche al G7 di Capri e al vertice della Nato che si svolgerà subito dopo Pasqua a Bruxelles», ha concluso Tajani.

Dal Viminale invece arrivano parole di preoccupazione: «Il livello di allerta antiterrorismo in Italia e’ massimo sin dallo scorso 7 ottobre» a causa del peggioramento dello scenario internazionale. Il Comitato per l’ordine e la sicurezza tornerà a riunirsi domani: «Massima allerta quindi ma nessun allarmismo – si sottolinea dal Viminale, – spiegando che si procede in una duplice direzione: da un lato presidiando i target degli obiettivi sensibili (circa 250 in vista della pasqua che viene considerata evento a rischio) e, dall’altro, con l’attivita’ di prevenzione antiterrorismo grazie alla «fondamentale collaborazione dei servizi di intelligence di tutti i vari partner internazionali».