Il rischio, dicono gli esperti, è constante: né maggiore né minore rispetto al solito. A fronte di questo, però, in Italia il livello di allerta per terrorismo si alza, almeno a parole. A Palazzo Chigi si parla di «la necessità di un ulteriore rafforzamento delle misure di prevenzione e controllo». «È necessario tornare a proteggere i confini», aggiunge Matteo Salvini. La sintensi la fa Guido Crosetto: «Essere prudenti non significa spaventare, essere prudenti è molto meglio che sottovalutare un problema e poi trovarsi a piangere qualcuno».

È così che il governo sta studiando alcune proposte da presentare al prossimo Consiglio Ue, e dunque ieri, proprio a Palazzo Chigi, la premier Meloni si è vista con Tajani, Piantedosi, Nordio, Mantovano e i vertici dell’intelligence per analizzare la situazione in Medio Oriente e valutare le possibili ripercussioni in termini di rischio terrorismo, anche alla luce di quanto successo in Francia e in Belgio. La paura riguarda soprattutto i cosiddetti lupi solitari, quelli che, all’improvviso, potrebbero decidere di colpire in qualche modo. Un rischio non nuovo, ma gli eventi delle ultime settimane potrebbero aver surriscaldato gli animi. O almeno così pensano dalle parti del governo, con ricadute sulle questure che dovranno concentrarsi in particolare sui soggetti già attenzionati. Giusto ieri, per ordine della prefettura di Cosenza, è stato espulso un 28enne gambiano sbarcato in Italia nel 2016 condannato in primo grado per partecipazione ad organizzazione terroristica. Sono 54 in totale gli espulsi dall’Italia nell’ultimo anno, 712 dal 2015.

Salvini, in tutto questo, non perde occasione per soffiare sul fuoco e ha convocato per sabato 4 novembre a Milano un manifestazione per dire «no alla violenza e al terrorismo islamico». Speculare sulla paura è una musica che non passa mai di moda.