È un procedimento che parte da lontano quello che ha portato il Brasile a riconoscere, giovedì scorso, il reato di omotransfobia. Il 23 maggio 2019, sei ministri – Celso de Mello, Edson Fachin, Alexandre de Moraes, Luis Barroso, Rosa Weber e Luiz Fux – degli undici che compongono la corte del Tribunale supremo federale (Stf), detentore del potere giudiziario dello Stato, hanno riconosciuto un’insufficienza legislativa nella mancanza di una legge adatta a inquadrare i crimini di omofobia e transfobia. Di fronte alla lacuna, la proposta è stata quella di assimilare provvisoriamente il crimine al razzismo, per la sua applicabilità a...