Gli sguardi spenti, i segni del terrore nei volti. Loro ce l’hanno fatta, gli altri no. Erano in 47 sul gommone finito due giorni fa alla deriva a circa 100 miglia dalla costa della Libia. Trenta risultano ancora dispersi in mare. Non sono riusciti a salire sul mercantile Froland che li ha soccorsi alle prime luci dell’alba, sono caduti in acqua. E sono scomparsi tra le onde alte. I 17 migranti superstiti sono arrivati ieri a Pozzallo, in rada sono stati trasbordati sulle motovedette della guardia costiera.

In banchina ad accoglierli c’era il personale della Croce Rossa e i medici dell’Usmaf, poi il trasferimento nell’hotspot; uno di loro, con una frattura alla gamba, è stato ricoverato nell’ospedale di Modica. «Abbiamo cercato di dare conforto a queste persone, si trovano in una situazione di estrema fragilità per quanto hanno vissuto», dice il sindaco Roberto Ammatuna. Che avverte: «Si preannuncia un’estate calda e l’Italia sarà l’approdo naturale di questi arrivi. Il governo dovrebbe agire in fretta su sue direttrici: raccordarsi con le comunità locali per fronteggiare il fenomeno trafficanti di essere umani e dei flussi, e agire sui tavoli europei con il coinvolgimento di tutti, anche delle opposizioni. La questione migranti va affrontata insieme e con maggiore compattezza».

In serata a Pozzallo sono arrivati anche 195 migranti provenienti da Lampedusa, dove l’hotspot, nonostante i trasferimenti ospitava circa 2 mila persone ammassate nel centro in condizioni pietose. Con un aereo dell’Aeronautica militare, altri 70 migranti, per la maggior parte, sono stati portati a Bologna. In serata, secondo disposto dalla Prefettura di Agrigento, ne sono stati trasferiti altri 420 e oggi è previsto l’arrivo della nave Diciotti che dovrebbe imbarcare ulteriori 500.

Dall’inizio dell’anno sono 20.017 i migranti sbarcati in Italia, più del triplo di quelli registrati nello stesso periodo del 2022 (furono 6.152). I morti e i dispersi lungo la rotta del Mediterraneo centrale – la più letale – sono 323, secondo il progetto Missing migrants dell’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. In tutto il 2022 ne sono stati stimati 1.410. L’impennata di arrivi – secondo il Viminale – si è concentrata in particolare nei tre giorni 9-11 marzo, quando sono giunte 4.566 persone. Le nazionalità più rappresentate sono ivoriani (2.410), guineani (2.380) e bengalesi (1.506). I minori non accompagnati sono 1.965.

Il totale di migranti inseriti nel sistema di accoglienza è in salita: 109.294 al 28 febbraio; erano 76.967 a febbraio di un anno fa. La maggior parte dei migranti (74.937) è in centri di accoglienza non gestiti dalla rete Sai, dove vivono invece in 33.244.
Sul versante delle domande di protezione internazionale, quelle presentate l’anno scorso sono state 77.195, a fronte di 217.735 in Germania, 137.505 in Francia e 116.140 in Spagna.

Le domande esaminate sono state invece 52.625: per 27.385 c’è stato il diniego (il 53%), in 6.161 (il 12%) si sono visti riconosciuti lo status di rifugiato, 6.770 (il 13%) sono stati i beneficiari di protezione sussidiaria e 10.865 (il 21%) hanno beneficiato della protezione speciale. Il tasso di protezione è in calo, rispetto al 2021, del 9% per quanto riguarda la protezione internazionale; in crescita protezione speciale (+5%) e dinieghi (+4%).