Sull’Ucraina Biden promuove Berlino: «Sta facendo la differenza»
Bilaterale alla Casa bianca con Scholz Il punto sul sostegno militare a Kiev. La Germania avanti tutta, lo scoglio ora è la Svizzera. E Blinken annuncia nuovi aiuti Usa per 400 milioni
Bilaterale alla Casa bianca con Scholz Il punto sul sostegno militare a Kiev. La Germania avanti tutta, lo scoglio ora è la Svizzera. E Blinken annuncia nuovi aiuti Usa per 400 milioni
Ricevendo ieri alla Casa bianca il cancelliere Olaf Scholz, Joe Biden ha giudicato positivamente lo scatto in avanti della Germania nel sostegno militare all’Ucraina. «La leadership tedesca ha fatto la differenza – ha detto il presidente Usa al termine del bilaterale – e insieme siamo riusciti a mantenere alta la pressione su Putin». Una buona parola l’aveva già spesa al mattino l’ambasciatore ucraino a Berlino, certificando la fine delle esitazioni tedesche sulle forniture di armi a Kiev: «Non ci sono più scuse ora, parliamo di fatti concreti». Ovvero coordinamento e accelerazione nella consegna degli armamenti promessi, a partire dai Leopard 2.
L’UNICO INTOPPO potrebbe arrivare dalla pur sempre “neutrale” Svizzera, che di quei tank ne avrebbe circa 200 nascosti da qualche parte. La metà sono in disuso e quelli Berlino ha chiesto di rivendere alla Rheinmetall, per poterli rimettere insieme o usarli come pezzi di ricambio, in modo da rimpire i buchi che verrebbero a crearsi nella flotta propria e di quei paesi – si parla di Polonia, Portogallo, Svezia, Finlandia – che si stanno privando dei propri tank per inviarli a combattere in Ucraina. Ieri il ministero della Difesa tedesco ha dovuto assicurare che i mezzi svizzeri rimarrebbero in casa Nato. Ma dal parlamento elvetico, dove se ne discuterà lunedì, e dai vertici dell’esercito sono già emerse diverse voci contrarie.
Il rilancio così è avvenuto dagli Usa, con il nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina da 400 milioni di dollari che il segretario di stato Usa Antony Blinken ha annunciato da New Delhi. Dove in coda al G20 si è tenuto il “Dialogo quadrilaterale di sicurezza” (Quad) con India, Giappone e Australia, che sulla Russia ha visto ridimensionarsi i toni “atlantisti” usati dal premier indiano Modi in sede di G20.
BLINKEN HA QUINDI RIFERITO al ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba della conversazione lampo avuta il giorno precedente con il collega russo Sergei Lavrov a margine del G20. Un contatto appena, ma pur sempre il primo a un così alto livello tra Washington e Mosca dall’inizio dell’invasione. In cui è stato sottolineato, dice la nota stringata del Dipartimento di stato, «che gli Stati Uniti continuano fermamente a sostenere l’Ucraina nella difesa contro gli attacchi brutali della Russia, condotti anche su obiettivi civili».
IERI DA QUESTO PUNTO DI VISTA sono salite a 5 le vittime del missile che ha colpito un condominio di Zaporizhzhia, mentre almeno un uomo è morto durante un attacco russo nella regione di Sumy. E da Bakhmut le notizie sono sempre più cupe: la fonte è quella che è, ma per il boss della compagnia Wagner Yevgeny Prigozhin, sempre più con gli anfibi piantati nella battaglia del Donbass e sempre più esposto mediaticamente, i suoi uomini ieri avevano definitivamente circondato la città contesa, lasciando alle forze ucraine una sola via di fuga. Sul piano interno Putin ieri ha dovuto chiedere al Consiglio di sicurezza di approntare nuove «misure antiterrorismo» per rispondere alle incursioni di gruppi armati ucraini dentro i confini russi, in riferimento è ai recenti fatti di Bryansk. Su cui Kiev nega ogni responsabilità, mentre rivendica l’abbattimento di un caccia russo. Non è chiaro se si tratti dello stesso velivolo precipitato presso Yenakijeve, nella parte di Donetsk controllata dai russi.
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