Sulla terra leggeri si apre con qualche riga da Julian Barnes, «Siamo creature destinate al piano orizzontale, a vivere coi piedi per terra, eppure – e perciò – aspiriamo a elevarci». E la dimensione letteraria, non solo per il rimando all’autore e al suo Livelli di vita (Einaudi) attraversa il film, secondo italiano nel concorso locarnese che sin dal titolo suggerisce un movimento narrativo sui bordi delle cose, fra una realtà delle emozioni e quella di un quotidiano che non sempre vi corrisponde, che si fa trama di immagine, luce (le epifanie della fotografia di Alberto Fasulo), spazio, tempo, musica...