È andato all’outsider Tato Kotetishvili il premio dei Cineasti del presente di Locarno 24. Holy Electricity è un’operina aggraziata che nasconde le sue ambizioni dietro l’apparenza dimessa dei suoi protagonisti – né eroi né dannati, simpatici un po’ per inerzia – colti in un girovagare con poche elementari mete nella Tiblisi contemporanea. ALLA MORTE del padre, Gonga (Nika Gongadze) si avvicina al cugino Bart (interpretato dall’attivista trans Nikolo Ghviniashvili), sempre indebitato e perennemente alla ricerca di denaro, e con lui attraversa la città, incontrando gente e cogliendo qualche improvvisa, eccentrica manifestazione del reale che per un momento sembra dare senso...