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«Studenti messicani spariti, lo Stato depistò»

«Studenti messicani spariti, lo Stato depistò»Manifestazione per i 43 studenti desaparecidos – Afp

Messico Pubblicati i risultati dell'indagine della Commissione per i diritti umani: il presidente uscente Peña Nieto chiamato in causa insieme alla Procura della Repubblica per gli insabbiamenti successivi alla scomparsa dei giovani

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 1 dicembre 2018
Andrea CegnaCITTA' DEL MESSICO

I morti, i feriti e i desaparecidos che a Iguala, Stato del Guerrero in Messico, segnarono la notte tra il 26 e 27 settembre 2014 non ci sarebbero stati senza l’interrelazione del crimine organizzato con i diversi livelli del potere politico.

A dirlo è la Commissione nazionale dei diritti umani (Cndh) messicana, che mercoledì a soli tre giorni dalla fine del governo Peña Nieto, ha reso pubblica la propria indagine sul caso dei 43 studenti desaparecidos della scuola normale rurale di Ayotzinapa: 2mila pagine, con 16 raccomandazioni al governo federale, statale e locale. Si denunciano i plurimi livelli che hanno lavorato per evitare che si scoprisse la verità e che «il legame tra autorità messicane e il crimine organizzato provocò 6 morti, 42 persone ferite e la sparizione dei 43 studenti di Ayoztinapa».

La Cndh evidenzia come «ci siano stati depistaggi e volontà» di insabbiare il caso. La principale indiziata è la Procura Generale della Repubblica (Pgr). L’indagine però evidenzia anche le responsabilità dirette di Enrique Peña Nieto, presidente della repubblica in quei giorni, della segretaria della Difesa, della Marina militare così come del governo statale del Guerrero, del Congresso statale e del sindaco di Iguala.

La Cndh conferma che il passaggio dei 43 nelle mani del gruppo criminale dei «Guerreros Unidos» fu opera di diversi corpi di polizia e che esercito e Pgr, informati dei fatti, non hanno garantito la sicurezza degli studenti. L’indagine della Cndh, come quella della Pgr, dice che 19 persone sono state «bruciate in tempi compatibili con la sparizione» nella discarica di Cocula.

Però per la Cndh, a differenza delle conclusioni della «verità storica» della Pgr sostenute da Peña Nieto, «non ci sono evidenze scientifiche che quei 19 corpi siano di alcuni dei 43 studenti scomparsi». Il Centro dei Diritti Umani Augustin Pro Juarez chiede l’apertura di una commissione di investigazione per arrivare, finalmente, alla verità.

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