Scuola

Studenti contro le prove Invalsi: “Siamo persone, non numeri”

Studenti contro le prove Invalsi: “Siamo persone, non numeri”

Contro la valutazione Uno studente su quattro ha boicottato le prove più impopolari della scuola italiana. Sciopero dei Cobas, Unicobas e Gilda. Continua la raccolta delle firme per i referendum abrogativi della riforma renziana, la cosiddetta "Buona scuola". Blitz dell'Uds al Ministero dell'Istruzione e manifestazione dei sindacati

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 13 maggio 2016

Uno studente su quattro ha boicottato i test Invalsi somministrati ieri nelle scuole superiori. Uno sciopero generale dei docenti e del personale Ata indetto dai sindacati Cobas, Unicobas e Gilda contro la legge 107 (la cosiddetta “Buona Scuola”) ha supportato la mobilitazione delle organizzazioni studentesche in tutto il paese. Per gli organizzatori ai cortei in 50 città hanno partecipato migliaia di lavoratori in tutte le scuole. Partecipata anche la mobilitazione al ministero dell’Istruzione in viale Trastevere a Roma.

Per i sindacati lo sciopero di ieri è un’altra tappa della campagna per l’abrogazione della riforma della scuola. Sabato 14 e domenica 15, in coincidenza con la mobilitazione italiana a sostegno del movimento “Nuit Debout” contro il Jobs Act approvato dal governo socialista in Francia, ci sarà una due giorni di raccolta firme straordinaria con mille banchetti in tutto il paese. Le firme raccolte da Cobas e Flc-Cgil serviranno a presentare quattro quesiti abrogativi contro il preside-manager, l’alternanza scuola-lavoro, il comitato di valutazione e il bonus alle scuole private. Obiettivo: 500 mila firme entro luglio.

La giornata di protesta contro il sistema della valutazione dell’Invalsi è iniziata all’alba con il blitz dell’Unione degli Studenti (Uds) al ministero dell’Istruzione a Roma: “Con la riforma questi test sono diventati uno strumento per classificare le scuole – sostiene Danilo Lampis, portavoce dell’Uds – Sono ispirati a una retorica esasperata della quantificazione e della classificazione che negano le esigenze della didattica e riducono gli studenti a meri numeri”. Per l’Uds l’alternativa agli Invalsi è una “valutazione narrativa che motivi il voto per aiutarci a comprendere cosa migliorare nelle singole materie”. Secondo l’organizzazione studentesca, l’organizzazione delle prove più contestate della scuola italiana è costata quest’anno 14 milioni di euro.

A Torino molti studenti non sono entrati in classe e hanno protestato sono rimasti fuori in segno di protesta. A Bari si sono svolte tre assemblee in piazza Cesare Battisti, al Polivalente e nel campus universitario. A Bologna il collettivo studentesco Cseno realizzato un blitz notturno. Gli studenti hanno messo il bavaglio “No Invalsi” anche alle statue dei partigiani a Porta Lame.

Gli argomenti delle prove, che da tempo si progetta di sottoporre anche durante l’esame di maturità, hanno spaziato dall’attualità alle rubriche del giornalismo mainstream, come nella migliore tradizione del rischiatutto. Da una scheda web di presentazione de “Il cavaliere inesistente” di Italo Calvino a un brano sulla piazza come luogo pubblico da restituire ai cittadini. I quiz di matematica comprendevano piani cartesiani e domande sul coefficiente angolare della retta, frazioni e alcuni problemi. Ieri l’hashtag #proveinvalsi è rimasto per ore nei trending topic su twitter: oltre diecimila messaggi e migliaia di foto hanno raccontato più di mille parole l’insofferenza o la ribellione degli studenti italiani rispetto ai quiz. “Proteste analoghe a quelle che facciamo da anni in Italia si svolgono in Inghilterra e negli Stati Uniti, patrie del sistema quizzarolo” sostiene Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas.

Nei giorni scorsi il sindacato ha denunciato il caso di tre docenti di Nuoro sospese dalla dirigente scolastiche per essersi opposte alla richiesta di “allenare” i loro studenti ai quiz in preparazione per il 4 e il 5 maggio scorsi, quando i sindacati di base hanno organizzato uno sciopero analogo. La docente di matematica e fisica Rosaria Piroddi, esponente dei Cobas Sardegna, è stata ricevuta ieri dai responsabili ministeriali e ha chiesto il ritiro della sospensione di sei giorni da scontare alla fine dell’anno scolastico. Contro le minacce di sospensione per gli studenti che hanno boicottato le prove, l’Uds ha creato uno sportello di assistenza (unionedeglistudenti@gmail.com, 06/69770332).

Ieri il Senato ha approvato un decreto scuola. Votato un emendamento che permette l’assunzione di 1. 732 iscritte alle graduatorie di merito del “concorsone” del 2012. Approvato il raddoppio dei compensi dei presidenti di commissione per il concorso iniziato il 28 aprile scorso Approvati 46 milioni per i lavoratori delle pulizie nelle scuole. Il bonus da 500 euro per i 18enni è stato riconosciuto anche ai ragazzi nati da genitori stranieri.

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