Solcare acque tempestose richiede un timoniere forte. E una ciurma che ne segua la navigazione senza provare a deviarne la traiettoria. La grande crisi finanziaria del 2008 aveva rafforzato la sicurezza di Pechino che la rotta intrapresa fosse quella giusta e che si potesse avvicinare al porto senza eccessivi scossoni e, anzi, sfruttando un’improvvisa moltiplicazione di «opportunità strategiche». Ora, la nuova crisi economica e inflazionistica è solo il sintomo di una più vasta tensione geopolitica che minaccia tempesta. Con un’ulteriore preoccupazione: la Cina sa di essere nel mirino di chi per ora ha ancora la nave più grossa, seppur deturpata...