È una fredda mattina del febbraio del 2014. Al ministero degli interni spagnolo siede Jorge Fernández Díaz, un fedelissimo di Mariano Rajoy, artefice delle cosiddette «cloache di stato» (una sorta di servizi deviati al servizio del Pp), implacabile responsabile delle politiche di «deportazione sommaria« dei migranti che riescono a penetrare nelle enclavi di Ceuta e Melilla: in sostanza, rimandare indietro i migranti senza identificarli o dar loro la possibilità di fare domanda di asilo, come impongono i trattati internazionali. Fino a quel giorno il Pp, al potere dal 2011 aveva negato l’esistenza di queste pratiche. Ma quel giorno un paio...