Le bombe degli anni ottanta dell’Ottocento ebbero un effetto immediato forse più sulla letteratura che sulla politica. Il romanzo, così esposto e contagiato dalla cronaca, da «fatti e sangue» del giorno, trovò storie sensazionali e inedite scene di terrore urbano. Anche Robert L. Stevenson, appartenente alla disancorata stirpe dei viaggiatori letterari, narratore di mitiche figure di pirati, orfani, serial killers, donne fatali, insidiosi e misteriosi luoghi dell’immaginario, cedette al fascino del bruciante realismo del «dinamitardo», specializzato in bombe fatte in casa e orologi ballerini. Virginia Woolf si chiedeva con fastidio perché la sua prosa fosse tanto lodata e antologizzata, Chatwin...