Terzo giorno di sciopero, ieri, allo stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco (Na). L’adesione si è mantenuta costantemente intorno all’80%, fermando la produzione sia della Panda che della Tonale. La protesta è stata innescata dalla decisione dell’azienda di incrementare i ritmi in catena di montaggio senza alcun aumento del numero degli addetti. La situazione si è dimostrata insostenibile e gli Rsa Fiom hanno dichiarato lo sciopero. Non accadeva da 14 anni, cioè dall’era Marchionne. Nei cortei la parola più ricorrente è stata dignità.

A inizio anno la Fiom ha vinto le elezioni in fabbrica, primo sindacato tra operai e impiegati, con circa 700 voti di scarto sul secondo. Ma non viene convocato ai tavoli perché non ha firmato il Contratto collettivo specifico di lavoro. Spiega Mario Di Costanzo, responsabile automotive Fiom Napoli: «La direzione continua ad aumentare i ritmi di lavoro con comunicazioni alle organizzazioni firmatarie. I lavoratori hanno deciso di reagire con i cortei interni: non si vedevano da oltre un decennio». La massima efficienza, attraverso la riduzione dei costi solo dal lato del lavoro, con la sicurezza relegata a fattore secondario, sta fruttando aumenti di produzione ma a spese di chi? «I lavoratori si stanno ammalando – prosegue Di Costanzo -. Abbiamo circa 800 operai con Ridotte capacità lavorative». Le patologie più comuni sono ernia del disco e tunnel carpale.

E poi, la denuncia della Fiom, «c’è la riduzione degli investimenti su salute, sicurezza e prevenzione: ci sono stati almeno 4 infortuni negli ultimi 2 mesi. Avevamo segnalato la scarsa illuminazione in alcuni percorsi con assenza di segnaletica verticale e orizzontale, dopo un mese un autotrasportatore è stato investito mentre si caricavano le vetture sulla bisarca, ricoverato per un mese con fratture multiple». La richiesta è che l’azienda convochi un tavolo con tutte le organizzazioni sindacali, compresa la Fiom.

Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom e responsabile settore mobilità: «Sull’organizzazione del lavoro, ritmi, saturazioni e cadenze ci deve essere un confronto e una contrattazione, la Fiom deve potere agire il proprio ruolo». Le richieste sono precise: «In montaggio/verniciatura i ritmi di lavoro sono insostenibili, le condizioni di salute continuano a peggiorare, l’azienda garantisca pause di 40 minuti. Logistica: le condizioni di sicurezza sono al minimo storico. Plastica: anche qui si rischiano gravi infortuni». La Fiom ha proclamato il blocco dello straordinario, lo stato di agitazione prosegue.