Lavoro

Lacrime e silenzio alla Toyota. L’ad: vicini ai nostri ragazzi

Un momento del presidio davanti alla Toyota Material Handling di BolognaUn momento del presidio davanti alla Toyota Material Handling di Bologna – Foto Ansa

Strage Infinita Centinaia di lavoratori ricordano i due colleghi morti. L’azienda: totale trasparenza. Si continua a indagare sul boiler I sindacati: si integri al 100% lo stipendio di tutti

Pubblicato 2 giorni faEdizione del 26 ottobre 2024

Il dolore e la dignità del lavoro. Occhi lucidi e mani in tasca, c’è chi porta un fiore e chi una corona. Nessun discorso, niente striscioni. La rabbia silenziosa degli operai della Toyota Material Handling è andata in scena davanti ai cancelli dello stabilimento bolognese, dove mercoledì sera in seguito a una esplosione sono morti due operai, Fabio Tosi, 34 anni e Lorenzo Cubello, 37, e altri 11 sono rimasti feriti – tra questi, un 24enne è ancora molto grave ed è ricoverato in Rianimazione all’ospedale Maggiore.

È IL GIORNO DELLO SCIOPERO di otto ore indetto dai sindacati confederali e da Usb («Tra rabbia e rassegnazione deve vincere la volontà di riscatto: basta immunità sugli omicidi sul lavoro») per il comparto metalmeccanico e del ricordo di chi non c’è più. «Adesione alta in tutte le fabbriche», sostengono Cgil, Cisl e Uil. Oltre agli stabilimenti italiani, hanno scioperato anche gli stabilimenti Toyota Material Handling di Svezia e Francia. Davanti alla fabbrica appena fuori Bologna, ci sono tutti gli 800 dipendenti ora in cassa integrazione fino a data da destinarsi. Arriva anche l’amministratore delegato Michele Candiani: «Questi sono i giorni della commemorazioni di due ragazzi che non dovevano finire così. Ogni pensiero è per loro, questo è solo il momento del ricordo, l’azienda è vicina alle famiglie, continuerà ad esserlo praticamente. Collaboriamo con tutti gli organi investigativi, nella totale trasparenza e con il desiderio di comprendere quello che è successo», ha detto senza che nessuno lo contestasse. «La nostra squadra di primo soccorso – ha aggiunto – è entrata in azienda: sono stati dei leoni, sono stati coraggiosi, una persona si è salvata grazie a loro». E ancora: «Noi vogliamo ripartire velocemente, ma dobbiamo lasciare il tempo a tutti gli organi investigativi di capire cosa è successo».

LA PROCURA INTANTO sta muovendo i primi passi nell’indagine aperta per omicidio e lesioni colpose, che per il momento rimane contro ignoti. In giornata sono cominciate le autopsie e il medico legale ha effettuato un sopralluogo nell’area dell’esplosione per giungere a una ricostruzione delle dimensioni dello scoppio e l’impatto sulle vittime. In base ai primi accertamenti di carabinieri, vigili del fuoco e ispettorato del lavoro dell’Ausl, sembra che ad esplodere, danneggiando gravemente un capannone, sia stato lo «scambiatore» di un sistema di condizionamento situato in un’area esterna. Prima dell’esplosione era già in programma uno sciopero di due ore legato al tema della sicurezza: uno degli aspetti che andrà scandagliato dagli investigatori, per capire se era tutto in regola.

A Bologna c’era anche la ministra del Lavoro Marina Calderone che prima di partecipare ad un convegno ha avuto un incontro in Prefettura per avere il quadro della situazione. «È ancora presto per capire che cosa è successo, se ci sono delle responsabilità. Io credo che noi abbiamo tutti quanti una responsabilità, quella di non abusare del dolore e soprattutto di fare ognuno il proprio dovere per fare in modo che eventi come questi non accadano più», ha sottolineato.

L’ASSESSORE AL LAVORO dell’Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, ha fatto sapere che su Toyota chiederà un incontro alla ministra. Intanto martedì si incontreranno i sindacati e l’azienda per discutere sugli ammortizzatori sociali: le sigle chiederanno l’integrazione del 100% dello stipendio a spese dell’azienda. Davanti alla Toyota, a dare solidarietà ai lavoratori, anche il sindaco Matteo Lepore che ha annunciato che sarà convocato il tavolo sulla sicurezza con i sindacati e mondo delle imprese nei prossimi giorni: «Ogni morte sul lavoro è una uccisione, ci sono delle responsabilità e vanno accertate. L’azienda ha detto di voler essere trasparente e collaborativa, questo è importante».

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