Lavoro

Ex Gkn, le scatole immobiliari di Borgomeo

Ex Gkn, le scatole immobiliari di BorgomeoL'ingresso del grande stabilimento a Campi Bisenzio – Biagianti

Speculazioni La Rsu denuncia che lo stabilimento è stato ceduto il 12 marzo scorso a due srl, Tuscany Industry e Sviluppo Immobiliare Toscana. "Numerose evidenze suggeriscono una potenziale commistione tra questi soggetti e la proprietà di Qf". Ennesimo tentativo dell'ex advisor di Gkn-Melrose di aggirare le sentenze del Tribunale del Lavoro e farsi beffe di lavoratori e istituzioni locali, nel silenzio del Mimit

Pubblicato 6 giorni faEdizione del 22 ottobre 2024

Lo stabilimento ex Gkn di Campi Bisenzio è stato venduto il 12 marzo scorso da Qf spa a Tuscany Industry Srl (Ti) e Sviluppo Immobiliare Toscana Srl (Sit), sulle quali “numerose evidenze suggeriscono una potenziale commistione tra questi soggetti e la stessa proprietà di Qf. Sono società che hanno sede legale fuori dalla Toscana così come Qf, che l’ha spostata nella capitale. E per quanto è dato vedere dalla visura camerale, non ha più nemmeno una sede operativa”. Scopre un’altra manovra di Francesco Borgomeo la Rsu ex Gkn, che accusa l’ex advisor (il quale replica di aver ceduto l’area e la fabbrica “per pagare gli stipendi arretrati”) di avere preso ancora una volta in giro i lavoratori e il territorio, ma anche potenzialmente le istituzioni e il Tribunale del Lavoro.

“Ora ne abbiamo l’ufficialità: la partita è stata probabilmente fin dall’inizio immobiliare”. A riprova i delegati sindacali puntualizzano che l’azienda ha bisogno di tempo per trascrivere l’atto di compravendita, ma il 20 marzo c’è l’udienza in cui il Tribunale del Lavoro di Firenze deve decidere sull’istanza di sequestro conservativo di tutti i beni mobili e immobili della società (e dunque anche dello stabile), proposta da 43 lavoratori a tutela dei propri crediti.

“Due giorni prima dell’udienza il liquidatore Franchi deposita istanza di ricusazione della giudice – accusa ancora la Rsu – motivata da una ‘grave inimicizia nei confronti della società’. In seguito l’istanza sarà giudicata totalmente infondata, intanto però il 22 marzo la compravendita è trascritta nei registri immobiliari: il bene non è più di Qf, ed è definitivamente sottratto alla richiesta di sequestro conservativo”.

C’è ancora di più: gli operai in lotta da più di tre anni, e da dieci mesi senza stipendio, segnalano che le due società immobiliari Ti e Sit nascono forse ‘a scopo’ il 22 settembre 2023, con lo stesso amministratore delegato e poco prima che Qf, il 18 ottobre, riaprisse i licenziamenti. “Oltre che il problema del chi e del come – osserva sul punto il delegato sindacale Dario Salvetti – c’è anche il tema della tempistica che getta una ulteriore luce inquietante sull’intera vicenda dal punto di vista politico, sociale e potenzialmente anche legale. Questo perché il 12 marzo 2024, giorno della vendita, si doveva tenere l’incontro al Mimit tra parti sociali e Qf. Avviene però un rinvio strano. Nella mail di convocazione ci sono tutti gli indirizzi aziendali tranne quello del liquidatore Franchi. Un vizio di forma secondario, ma sufficiente perché il Mimit acconsenta al rinvio dell’incontro”.

I lavoratori capiscono subito la gravità dell’accaduto, tanto che lo stesso giorno salgono per protesta sulla torre di illuminazione della stazione di Santa Maria Novella. Poi il 26 marzo seguente si tiene l’incontro al Mimit, senza l’azienda. In quell’occasione i sindacati chiedono al ministero se abbia mai chiesto alla società di Borgomeo cosa volesse fare dello stabilimento. Il ministro Urso dice che convocherà l’azienda “per saperne le intenzioni”. Invece non se ne saprà più nulla.

Siamo di fronte a una potenziale vendita simulata, nel tentativo di depauperare la società e impedire il pagamento degli stipendi dovuti? E come mai l’azione del ministero appare così sincronizzata con i tempi della preparazione di questa vendita immobiliare? Sono queste le domande che pone urbi et orbi la Rsu, le cui conclusioni sono obbligate “Non ci sono più scuse. Si paghi subito tutto il dovuto ai lavoratori, si paghino immediatamente gli stipendi, e Comune e Regione Toscana intervengano per sottrarre l’area a potenziali logiche speculative”.

Proprio oggi è previsto un incontro in Regione fra istituzioni, sindacati, Rsu e liquidatore Franchi, a cui parteciperà anche il sindaco campigiano Andrea Tagliaferri che spiega: “Non eravamo a conoscenza di questa transazione, questo solleva seri dubbi sul futuro dell’azienda e soprattutto sul destino dei lavoratori e delle lavoratrici ancora impiegati da Qf. Il nostro obiettivo è che quello stabilimento continui a essere un centro produttivo, a beneficio della nostra comunità. Non permetteremo che interessi puramente speculativi compromettano il futuro del territorio e i posti di lavoro”.

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