La Grecia si avvia verso le elezioni, annunciate dal premier Kyriakos Mitsotakis per aprile, sotto la pesante nube della diffusa rete di intercettazioni e spionaggio estesa dal governo di destra. Le ultime rivelazioni del giornale domenicale Documento riportano che era spiato anche il capo di Stato Maggiore generale Konstantinos Floros e quattro generali del suo staff. Spiato anche il ministro del Lavoro Kostis Hatzidakis. Quest’ultimo è stato uno dei protagonisti della battaglia che si è svolta in Parlamento in seguito alla proposta di sfiducia al governo avanzata dal presidente di Syriza Alexis Tsipras. Il dibattito, che si è svolto in un’atmosfera estremamente tesa e pesante, è durata tre giorni e si è conclusa ieri con la conferma della fiducia al governo con una differenza di 13 voti. 

Già al primo dibattito il ministro Hatzidakis ha ignorato tutte le prove che confermano lo spionaggio del servizio segreto EYP ai suoi danni, sostenendo con una parvenza di ingenuità, di “non poter credere al coinvolgimento di Mitsotakis”. Ma lo stesso premier, che già all’indomani del suo insediamento ha sancito per legge il suo personale controllo sull’EYP,  si è limitato a ripetere che egli non sa “nulla di intercettazioni”.

Per passare subito all’attacco nel tentativo di fornire qualche briciola di credibilità alle presunte “rivelazioni” su fantasiosi scandali del governo Syriza, inventate, elaborate e sparate a bruciapelo dalle emittenti tv. Si parla di “sacchetti di plastica” pieni di banconote inviati da Nicolas Maduro ai ministri di Syriza, di Tsipras che avrebbe spiato il centralino del Partito Comunista (KKE) e dei militanti della sinistra accusati di collaborare con gli agenti e i trafficanti turchi nel “tentativo di Erdogan di destabilizzare l’Europa”.

Penosi gli interventi di ministri e semplici deputati di Nuova Democrazia, il partito di governo: tutti con lo stesso testo davanti, solitamente letto in aula per la prima volta con ripetuti errori di pronuncia.

Tsipras aveva chiesto il voto di sfiducia in un tentativo di rompere il velo di censura governativa sulle tv. I dibattiti al vertice sono trasmessi in diretta dall’emittente del Parlamento e hanno sempre una grossa audience, un prezioso spiraglio di informazione.

Negli ultimi giorni il governo si era scontrato duramente con Christos Rammos, direttore dell’autorità indipendente sulla privacy, che ha clamorosamente confermato l’esistenza della rete di intercettazioni estesa dall’EYP e aveva chiesto di riferire in Parlamento. Mitsotakis ha posto il veto e ha usato non solo la censura Tv ma anche la magistratura per tappargli la bocca. Una palese violazione della Costituzione, che Tsipras ha rilevato martedì informando la Presidente della Repubblica Katerina Sakellaropoulou. 

Il tema della Costituzione violata è stato più volte sollevato da Tsipras al suo intervento. Ha definito Mitsotakis “Il capo dell’organizzazione criminale che sparge terrore e falsità” e lo ha accusato di essere responsabile “del più grave attentato alla democrazia dalla caduta dei colonnelli”.  

Il dibattito in Parlamento mirava anche a compattare i partiti di opposizione e soprattutto i socialisti del Pasok ma anche di far emergere i grandi contrasti all’interno di Nuova Democrazia. Mentre tutta l’opposizione ha votato compatta contro Mitsotakis, il gruppo parlamentare di Nuova Democrazia non ha mostrato crepe, anche perché i due ex premier, Karamanlis e Samaras, che guidano l’opposizione interna. non hanno voluto partecipare nel dibattito.