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Sovranismo dei boschi, la Polonia dice no al Green Deal europeo

Sovranismo dei boschi, la Polonia dice no al Green Deal europeoMateusz Morawiecki – Ap

Polonia Presentato un ricorso alla corte di giustizia Ue

Pubblicato circa un anno faEdizione del 16 luglio 2023

Varsavia mette in discussione il Green Deal europeo e lo fa presentando un ricorso alla Corte di giustizia dell’Ue (Cgue). Il motivo e la conseguente decisione di appellarsi al tribunale con sede in Lussemburgo, erano stati spiegati venerdì con un tweet dal tono sovranista della ministra dell’agricoltura Anna Moskwa: «Con il nostro ricorso vogliamo dimostrare che le premesse legali della direttiva Lulucf sono sbagliate. Oltretutto violano le competenze degli stati membri andando a ingerire nelle modalità di gestione dell’economia forestale nonostante tale ambito non sia di competenza dell’Ue», ha dichiarato Moskwa, una funzionaria statale vicina alla destra populista di Diritto e giustizia (Pis), che governa il paese dal 2015.

Il regolamento sull’uso del suolo e la silvicoltura, detto anche Lulucf, è uno dei componenti del pacchetto “Fit for 55”, approvato qualche giorno fa in via definitiva dal Parlamento Europeo. Esso dovrebbe mettere i paesi Ue nelle condizioni di ridurre almeno del 55 % le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030. Difficile stabilire se il Pis e i suoi alleati al governo puntino a affossare il Patto Verde europeo. Quello che è certo è che la campagna elettorale per le politiche in autunno è cominciata già da diversi mesi.

L’Azienda delle foreste statali in Polonia, Lasy Panstwowe (Lp), gestisce per conto del governo una superficie pari quasi al 30% del paese. Il Pis non sembra disposto a accettare che Bruxelles gli dica come gestire i propri suoli e boschi. Lp è un ente parastatale che dà lavoro ad almeno 25.000 persone, spesso vicine all’elettorato del Pis o con incarichi assegnati proprio a chi ha la tessera del partito creato dai fratelli Kaczynski.

Il direttore generale di Lp nonché agit-prop destrorso, Józef Kubica, aveva addirittura cominciato la propaganda elettorale pro-Pis a marzo scorso: «la destra deve vincere le elezioni e mostrerà tutta la sua forza». In verità, il governo polacco una batosta da parte della Cgue in questo ambito l’aveva già subita nella primavera del 2018 quando il tribunale Ue aveva condannato Varsavia per il disboscamento dell’antica Foresta di Białowieza, Patrimonio dell’umanità Unesco a cavallo tra Bielorussia e Polonia, e il cui equilibrio si è fatto ancora più precario dopo il completamento del muro anti migranti al confine tra i due paesi.

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