Ancora bombe sull’Ucraina nel giorno dell’incontro tra Putin e Lukashenko. L’oblast di Khmelnytskyi è stato colpito da un missile, ma al momento non è stata resa nota l’entità dei danni e l’obiettivo colpito. Anche nelle regioni di Kharkiv, Donetsk, Lugansk e Kherson sono continuati i bombardamenti e almeno nove persone hanno perso la vita nelle ultime 24 ore, mentre i feriti sarebbero quasi cento.

Tuttavia, la notizia che ha occupato la giornata è stata quella del presunto attacco chimico da parte di droni russi a Mariupol. A lanciare l’allarme erano stati dei soldati del Reggimento Azov, l’ex- battaglione para-militare di ispirazione neo-nazista e ora integrato nella Guardia Nazionale, che da settimane è attivamente impegnato nella difesa della città portuale. «La sostanza è stata distribuita da un drone e le vittime hanno respiro corto e atassia vestibolo-cerebellare» si leggeva nel comunicato di lunedì sera, diramato intorno alle ore 22. In seguito, il leader dell’Azov, Andriy Biletsky, ha dichiarato che tre persone avevano chiari segni di avvelenamento chimico, aggiungendo che però non si erano riscontrate «conseguenze disastrose» per la loro salute. Naturalmente, siccome si tratterebbe del primo uso accertato di armi chimiche, nonostante le diverse accuse reciproche dei due eserciti, la notizia ha fatto in fretta il giro del mondo.

DAL REGNO UNITO la ministra degli Esteri Liz Truss ha fatto sapere che il suo Paese sta «lavorando con gli alleati per verificare i dettagli di un possibile attacco chimico a Mariupol» e che «qualsiasi uso di tali armi rappresenterebbe un’escalation incalcolabile in questo conflitto di cui chiederemo conto a Putin e al suo regime». Anche gli Stati uniti hanno espresso preoccupazione per l’uso di armi chimiche in Ucraina pur specificando che al momento non si può confermare nessuna versione e che continueranno «a monitorare la situazione da vicino», come ha dichiarato l’addetto stampa del Pentagono John Kirby.

L’ANSA, invece, ha citato una portavoce della Commissione Ue che durante il punto stampa quotidiano ha dichiarato: «Abbiamo visto le notizie sul presunto uso di armi chimiche da parte delle forze armate russe e su segni di avvelenamento chimico sui soldati ucraini Seguiamo questa situazione da vicino. Come sapete l’uso di armi chimiche, tra cui l’uso di sostanze chimiche tossiche, in qualsiasi circostanza è una violazione delle convenzioni sulle armi chimiche (a cui aderisce anche la Russia) e un crimine di guerra».

DURANTE LA GIORNATA è arrivata anche la versione ufficiale ucraina, che non si discosta molto da quelle degli alleati anglofoni. Secondo la viceministra della difesa, Anna Malyar, «le informazioni sono ancora in fase di verifica, ma i dati preliminari suggeriscono che a Mariupol sono state usate munizioni al fosforo». Il che, ovviamente, non costituisce di per sé un dato positivo, ma potrebbe (forse) far sperare nel fatto che alcuni limiti non siano ancora stati superati. Tuttavia, Malyar ha aggiunto che «bisogna capire che il rischio che vengano usate armi chimiche esiste, ed è abbastanza alto», come a voler ribadire comunque che i russi potrebbero farlo da un momento all’altro.
Al momento sappiamo che i soldati che avrebbero inalato tale sostanza hanno riportato pressione alta, eruzioni cutanee e dispnea. Da Mariupol fanno sapere che è «impossibile» indagare sulla scena dell’attacco a causa dei costanti bombardamenti russi. Anche il governatore dell’oblast di Donetsk (quello in mano ucraina), Pavlo Kyrylenko, si è espresso sul tema dicendo che è «troppo presto per dire se la Russia ha usato armi chimiche a Mariupol».

AL DI LÀ DI QUESTE NOTIZIE tutte da verificare, a Mariupol si continua a combattere casa per casa e gli scontri si fanno sempre più aspri. Nonostante le dichiarazioni di ieri, non abbiamo ancora conferme né che la parte restante dell’acciaieria Azovstal sia stata occupata dalle truppe di Mosca, né che il porto sia caduto. Anzi, oggi la 36esima brigata dei cosiddetti “marine” ucraini che stanno difendendo la città ha diramato un comunicato abbastanza critico verso le alte sfere dell’esercito di Kiev e il comando dell’area. «Abbiamo tenuto ogni parte di questa città al meglio delle nostre capacità» hanno dichiarato i soldati in un discorso video registrato durante la notte, aggiungendo che da fuori non sono arrivati i rinforzi previsti né i rifornimenti necessari, «al momento siamo quasi a corto di munizioni e non sappiamo per quanto potremo continuare».

A POCA DISTANZA, molti distretti sono stati bombardati dai russi durante la giornata e, secondo il governatore dell’oblast di Donetsk, gli attacchi delle ultime ore avrebbero causato otto feriti e tre morti nelle aree interne e sette nell’area urbana di Mariupol. Tuttavia, al momento risulta quasi impossibile stabilire il numero esatto delle vittime nella zona.
Fonti russe hanno poi diffuso un video di un attacco nell’area di Novogrodovka, all’interno dei confini della Repubblica Popolare di Donetsk, nel quale sarebbe stato colpito un campo militare di forze ucraine indicate da Mosca come appartenenti alla formazione di estrema destra “Pravyi Sektor” (Settore destro, ndr), ma anche su questo ci è impossibile verificare data e dettagli dell’azione.

CHIUDIAMO con un breve aggiornamento sulla regione di Kharkiv, dove da giorni continuano i bombardamenti. Secondo il governatore locale, Oleg Synehubov, gli attacchi delle ultime ore avrebbero lasciato sul terreno otto morti, tra cui un bambino di 13 anni, e circa una ventina di feriti. Negli ultimi giorni, inoltre, si sono moltiplicate le segnalazioni dell’uso di ordigni ad azione ritardata da parte delle forze russe. In molti video si vedono chiaramente le testate toccare il suolo ed esplodere in secondo momento. Per questo il governatore Synehubov ha sconsigliato ogni spostamento non necessario anche nelle zone residenziali del capoluogo.