Sospesi nove account di giornalisti: vietato tracciare i jet privati
Il crepuscolo di Twitter Elon Musk, da «assolutista della libertà di parola» a censore
Il crepuscolo di Twitter Elon Musk, da «assolutista della libertà di parola» a censore
Twitter ha sospeso gli account di almeno nove giornalisti Usa, in una specie di epurazione di massa social avvenuta giovedì notte. Ai giornalisti non è stato detto cosa abbia causato la sospensione, ma sembra che molti di loro avessero scritto dell’account Twitter @ElonJet (del ventenne Jack Sweeney), che localizzava il jet privato di Elon Musk in tempo reale, utilizzando informazioni disponibili pubblicamente.
IL PRIMO ACCOUNT a essere sospeso è stato quello del giornalista indipendente e ultra liberal Aaron Rupar, 188.000 follower, una specie di istituzione del giornalismo di sinistra online. Oltre a Rupar sono stati sospesi gli account di firme importanti del New York Times, del Washington Post, della Cnn, di Mashable, e The Intercept. L’account del giornalista politico Keith Olbermann è stato sospeso dopo che quest’ultimo aveva twittato indicazioni su come dare voce e solidarietà a Rupar. Anche l’account di Mastodon, la piattaforma che si profila come l’alternativa a Twitter, e verso la quale stanno fuggendo in molti, è stato sospeso.
Andando sulle pagine degli account bannati, si legge un messaggio in cui viene spiegato laconicamente che sono stati sospesi in quanto «violano le regole di Twitter», senza fornire dettagli su queste regole.
A dare qualche delucidazione in più è stato le stesso Musk, affermando che le non specificate nuove regole della piattaforma vieterebbero di localizzare i jet privati.
Affermazione bizzarra visto che, a novembre, poco dopo aver preso il controllo di Twitter, Musk aveva twittato di non voler bandire @ElonJet, in quanto grande sostenitore della libertà di parola.
Evidentemente ha cambiato idea. Già mercoledì aveva sospeso l’account @ElonJet, spiegando di averlo fatto in quanto rappresentava una minaccia per la sicurezza della sua famiglia, ed aveva aggiunto di volere intraprendere un’azione legale contro lo studente universitario che gestiva l’account.
«PER I “GIORNALISTI” – ha spiegato Musk su Twitter – valgono le stesse regole del doxxing (l’atto di rivelare le informazioni personali di qualcuno online) come per tutti gli altri».
Raggiunto via email dal portale di notizie online Gizmodo, Rupar ha detto che Twitter non gli ha fornito alcuna spiegazione sul perché il suo account fosse stato sospeso: «Apprezzerei se qualcuno provasse a spiegare la logica dietro tutto questo. Twitter è ovviamente una parte enorme del mio pubblico, e come giornalista indipendente, venirne tagliato fuori mi causa un vero danno».
Visti tutti i tagli al personale operati da Musk, Twitter non ha più un team di comunicazione a cui Gizmodo poteva rivolgersi, ma Ella Irwin, responsabile del Trust and Safety team di Twitter, ha detto ad Alex Heath di Verge che gli account sospesi mettevano le persone «a rischio, e sospenderemo tutti gli account che violano le nostre politiche sulla privacy e mettono in pericolo altri utenti».
A QUANTO PARE, gli unici che sembrano non rappresentare un pericolo per la sicurezza degli altri e che su Twitter hanno carta bianca sono gli account appartenenti a reazionari islamofobi, insurrezionalisti di estrema destra e neonazisti.
Un piccolo campione di account reintegrati su Twitter da quando Musk è subentrato al comando include il fondatore del sito neonazista Daily Stormer, Andrew Anglin, l’ex consigliere di Trump Roger Stone, il neo-nazista Tim Gionet, conosciuto su Twitter come Baked Alaska.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento