«Rientrare tra i finalisti qui a Los Angeles è considerata una vittoria, il mio era un piccolo film e sono contentissimo di essere arrivato fin qui». Si dice soddisfatto Paolo Sorrentino, nonostante la statuetta per il miglior film internazionale non l’abbia ottenuta il suo È stata la mano di Dio ma Drive my car di Ryusuke Hamaguchi. «È un film bellissimo, ha meritato di vincere» ha dichiarato il regista partenopeo in un incontro virtuale con la stampa italiana.

QUANDO gli si chiede come ha vissuto la cerimonia a otto anni di distanza da quella in cui fu premiato La grande bellezza, risponde: «La prima volta è stato un continuo meravigliarmi, stavolta l’ho vissuta con un po’ più di distacco, divertendomi per gli aspetti ironici di questo evento».

Rispetto ad allora la pandemia è poi uno spartiacque non cancellabile: «Ci sono anni in cui i film sono meno dirompenti, ma rispetto a otto anni fa mi è sembrata un’edizione sottotono. Credo comunque sia fisiologico viste le difficoltà che il cinema, come le altre attività economiche, ha attraversato».

Il «suo» oscar Sorrentino l’avrebbe dato a Licorice Pizza di P.T. Anderson, «è travolgente», mentre preferisce non dire nulla sul vincitore Coda. Afferma però che «il politicamente corretto è un problema per l’espressione artistica, la migliore nasce sfidandolo». E lo schiaffo di Will Smith? «Non l’ho visto, ero fuori a fumare».