Quando il leader del partito socialista Pasok Nikos Androulakis annunciò, un minuto dopo l’irruzione della polizia nella sua residenza, l’espulsione di Eva Kaili dal partito, e subito dopo dal gruppo socialista europeo, buona parte dell’opinione pubblica greca ha fatto un sospiro di sollievo: «Era ora».

Eva Kaili non è popolare in Grecia. Tutti l’hanno sempre considerata il cavallo di troia dentro il Pasok del partito di destra Nuova Democrazia al governo. Non c’era infatti iniziativa o presa di posizione della destra che la Kaili non sostenesse. Qualche anno fa ritenne opportuno confermare il suo anticomunismo inventandosi di sana pianta la balla che suo nonno sarebbe stato «massacrato dai feroci partigiani comunisti». Ha definito «poltroni» i disoccupati, «fascista» il governo di Tsipras e altre amenità del genere. Due anni fa, quando ci fu la votazione interna per il nuovo leader del Pasok, la Kaili si schierò in favore del deputato Andreas Loverdos, che ora è rimasto l’unico cavallo di troia di Mitsotakis dentro il partito socialista. In cambio il padre della eurodeputata è diventato direttore di un grande ospedale di Salonicco. Per il premier Mitsotakis controllare gli sviluppi dentro il Pasok è essenziale.

Non è un caso che lo scandalo delle intecettazioni illegali sia scoppiato quando Androulakis denunciò per primo che il suo cellulare era spiato. Le prossime elezioni si svolgeranno con il sistema proporzionale semplice e si dovrà per forza formare un governo di coalizione. Il Pasok sarà il jolly che deciderà se governa la destra oppure Tsipras. Lo scandalo delle intercettazioni, che oramai ha preso dimensioni esplosive, sicuramente non ha migliorato i rapporti tra socialisti e destra. Ora è venuto anche l’arresto della Kaili che ha ulteriormente minato i rapporti tra i due partiti. Non per caso le emittenti televisive greche non danno spazio alle disavventure della eurodeputata «socialista». Il sistema televisivo è interamente sotto il controllo del governo, e in questa circostanza si comporta come se lo scandalo riguardasse Nuova Democrazia. «Prima la avete usata ora fate finta di non conoscerla» ha accusato Androulakis.

Ricordando che qualche settimana fa la Kaili diede battaglia dentro la Commissione del Parlamento Europeo sui diritti e le libertà (Pega) per non far approvare il documento di severa condanna del governo per lo spionaggio degli avversari.
Kaili fece il suo fulmineo ingresso nella politica greca una decina d’anni fa, a fianco di Evangelos Venizelos, l’allora leader del Pasok. Fu lui a piazzarla come anchor woman alla Tv privata Mega. Fu un fallimento e nel 2014 la giovane Eva fu mandata a Strasburgo. Questo è il suo secondo mandato ma anche l’ultimo, visto che Androulakis la aveva già avvertito che non sarebbe stata più candidata. Forse questo è stato un motivo per accelerare il business con il Qatar.

In Grecia la Kaili ha fondato un’Associazione di Amicizia con il Qatar in collaborazione con il deputato di Nuova democrazia Andreas Patsis, espulso dal gruppo parlamentare perchè speculava alle aste delle banche per gli immobili indebitati. Ieri, quando sono stati sequestrati tutti i beni della Kaili in Grecia, si è scoperto che la deputata europea aveva anche una sua impresa immobiliare al centro di Atene.