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Solinas accetta il passo indietro. La Lega presenta il conto

Solinas accetta il passo indietro. La Lega presenta il contoMatteo Salvini e Antonio Tajani – Ansa

Regionali In Sardegna via libera al FdI Truzzu, ma da via Bellerio chiedono «compensazioni»: in ballo ci sono la Basilica e la questione del terzo mandato

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 20 gennaio 2024

La destra sembra ritrovare una forma di concordia e alleanza in Sardegna ma ciò non significa che abbia risolto tutti i suoi problemi. Le scosse di assestamento dopo il mezzo terremoto isolano continuano a manifestarsi.

GIOVEDÌ C’ERA stato l’appello di Fratelli d’Italia in Sardegna affinché «le forze che compongono la coalizione, sia nazionali che territoriali, possano condividere» la proposta della candidatura di Paolo Truzzu. L’invito era rivolto in particolare al Partito sardo d’azione per poter continuare «nel percorso di cambiamento e rinnovamento avviato cinque anni fa dal Presidente Christian Solinas». Il presidente uscente è sembrato prendere atto della situazione in serata, entrando al Consiglio nazionale del suo partito: «Al di là della mia persona penso che il progetto sia più grande e valga un impegno politico – ha detto Solinas – Nella nostra storia abbiamo sempre messo al centro le alleanze programmatiche. Miriamo a conservare i punti programmatici che hanno contraddistinto il governo sardista della regione».

CHE LE COSE, almeno in Sardegna, sembra vadano verso la ricomposizione si capisce anche dal fatto che Alessandra Zedda, già vicepresidente della Regione e consigliera regionale eletta con Forza Italia, ha ritirato la sua candidatura alla presidenza. Era scesa in campo come «indipendente», a scompaginare ulteriormente i fronti. Adesso dice che sosterrà il candidato del centrodestra Truzzu. E dall’altra parte c’è da notare che i renziani lanciano segnali ad un altro ex presidente in cerca di collocazione: Renato Soru. «Avevamo dato a Soru la disponibilità a sostenerlo, anche con la candidatura della nostra coordinatrice regionale Claudia Medda. In ogni caso confermo che se fossi sarda voterei per Soru. Non abbiamo bisogno di promesse di poltrone per difendere le nostre idee» è l’annuncio della coordinatrice nazionale di Italia Viva Raffaella Paita.

LO SCONTRO a destra pare risolversi sull’isola ma restano le scorie in continente. La Lega ha fatto retromarcia sul sostegno a Solinas ma si attende che ci sia un sacrificio da parte di Forza Italia in Basilicata. Ma questi ultimi non ne vogliono neppure sentire parlare. «Non è una questione di mercato – afferma Antonio Tajani escludendo ogni passo indietro – La Basilicata è ben governata da Vito Bardi, apprezzato in tutti i sondaggi. Non c’è alcuna trattativa di scambio con la Lega». Gli azzurri vanno dicendo da giorni che le regionali rispondono anche a equlibri territoriali. È in base a questi che Solinas ha dovuto cedere ma ciò non significa che tutto ciò debba produrre effetti in altre regioni.

DIFFICILE che la Lega abbozzi, anche perché tra le questioni sul tavolo c’è ancora il dossier sul terzo mandato per i presidenti di Regione. Su questo tema Lega insiste: «Spero che la settimana prossima arrivi in consiglio dei ministri il terzo mandato per i sindaci fino ai quindicimila abitanti, perché bisogna solo ringraziare i primi cittadini che fanno i sindaci in questi comuni», afferma il vicepremier e ministro dei trasporti Matteo Salvini. Si dice contrario Carlo Calenda: «Così daremmo vita alle Signorie in Italia – afferma il leader di Azione – Alle regionali vota ormai pochissima gente, è tantissimo il voto organizzato, che deriva dalle situazioni di potere. Rischiamo che il Veneto diventi Zaialand». Ma dal resto del centrodestra hanno detto a più riprese di non avere intenzione di muoversi per il terzo mandato. La voce del poliziotto cattivo, in casa leghista, tocca ad Andrea Crippa. «Con i giochi di forza non si va lontano – avverte il numero due di via Bellerio – Col senso di responsabilità e l’attenzione alle competenze e capacità possiamo continuare a vincere. Noi abbiamo fatto un gesto di responsabilità verso la coalizione, per tenere il centrodestra unito. Adesso ci aspettiamo che anche gli altri lo abbiano». Salvini si attende una ricompensa dopo il passo indietro in Sardegna, ma non è affatto detto che arrivi in questa forma. Anche perché Meloni è sempre più decisa a far valere i rapporti di forza e segnare un cambio di passo nelle gerarchie interne.

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